Recoba dice addio al calcio: storia del Chino, talento indolente

L'uruguaiano smette con una gara d'addio a 40 anni: stregò l'Inter e Moratti con il suo sinistro, ma non si voleva mai allenare
Alvaro Recoba, "El Chino" per via dei tratti del volto simili a quelli orientali© LaPresse
Pasquale Campopiano
5 min

ROMA - «Álvaro nella vita è come nel campo, pigro e romantico. Sempre con la testa tra le nuvole, poi un colpo di fantasia che ti spiazza». Il Chino è così, prendere o lasciare. Per ora lascia lui, con l'addio al calcio in Uruguay, con il suo Nacional. Ma la frase che sua moglie Lorena utilizza per descrivere il suo amato Recoba, rende più di tutte. Il talento con un mondo nel suo sinistro dice basta e appende gli scarpini al chiodo, a 40 anni. Genio e indolenza al servizio di Danubio, Nacional, Inter, Venezia, Torino e Panionios. Una storia tutta da raccontare.

TUTTO SULL'INTER

IMBUCATO ALLA FESTA DI RONALDO - Agosto 1997. A San Siro è una notte fenomenale, amichevole col Manchester United, la squadra si presenta ai tifosi. L'allenatore Gigi Simoni ha avuto dal suo patron Moratti un regalo speciale, O'Fenomeno, Luis Nazario de Lima, detto Ronaldo. Novantamila persone sono tutte per il campione brasiliano proveniente dal Barcellona, «a un certo punto un fascio di luce illumina il mio volto perché c'era lo speaker che chiamava il mio nome, mi sono sentito infiltrato alla festa di Ronaldo». Recoba è lì, con tutti i sogni di un ventenne che viene dall'altra parte del mondo e saluta imbarazzato i suoi nuovi tifosi. Il resto è storia. 31 agosto 1997, nel primo giorno di Ronaldo in Serie A l'Inter va sotto 1-0 col Brescia a San Siro, poi entra il Chino e tutto cambia. Sinistro potentissimo dai 30 metri, punizione a giro sul secondo palo, Cervone è battuto due volte e Moratti s'innamora.

NEL 2014 L'ULTIMO CONTRATTO

TALENTO E INDOLENZA - Recoba chiude la sua prima stagione in nerazzurro con appena tre gol, uno soltanto in più dopo quel magico pomeriggio d'agosto; in molti sussurrano che faccia tutto con il piede sinistro, tranne allenarsi. All'Inter non va oltre un'illusione, resta solo il pupillo di Moratti ed è costretto ad emigrare in Laguna: lo abbraccia il Venezia di Zamparini e Novellino e il Chino, chiamato così per i suoi occhi a mandorla, fa la sua migliore stagione in Serie A: 11 gol, tanti assist, una coppia formidabile con Maniero e il Venezia che resta in massima Serie. Tanto che Massimo se ne reinnamora e lo riporta all'Inter. Dove diventa il calciatore più pagato della Serie A, più dello stesso Ronaldo.

RECOBA, STILE ETERNO

«Non è che non mi piaccia allenarmi. La realtà è che è come a scuola, al liceo ci sono materie che ti piacciono di più e materie che ti piacciono di meno. Bene, a me del calcio non mi piace la parte dell’allenamento, però devo farlo e lo faccio». Con l'Inter vince due scudetti, due coppe Italia e due Supercoppe dal 1999 al 2007, poi se ne va: prima al Toro, poi al Panionios in Grecia infine in patria, in Uruguay. Lì smette qualche mese fa nel Nacional che lo consegnò al grande calcio. Giovedì, con la maglia Tricolor, dirà per sempre basta con la partita d'addio. Una partita alla quale parteciperà anche Juan Sebastian Veron, uno che parlando di Recoba un giorno disse: «Il Chino non è stato il miglior giocatore al mondo solo perché non lo ha voluto».

«Non è che non mi piaccia allenarmi», ha confessato una volta: «La realtà è che è come a scuola, al liceo: ci sono materie che ti piacciono di più e materie che ti piacciono di meno. Bene: a me del calcio non mi piace la parte dell’allenamento, però devo farlo e lo faccio». - See more at: http://www.ultimouomo.com/un-monumento-al-chino-recoba/#sthash.nVna1aPN.dpuf
«Non è che non mi piaccia allenarmi», ha confessato una volta: «La realtà è che è come a scuola, al liceo: ci sono materie che ti piacciono di più e materie che ti piacciono di meno. Bene: a me del calcio non mi piace la parte dell’allenamento, però devo farlo e lo faccio». - See more at: http://www.ultimouomo.com/un-monumento-al-chino-recoba/#sthash.nVna1aPN.dpuf
«Non è che non mi piaccia allenarmi», ha confessato una volta: «La realtà è che è come a scuola, al liceo: ci sono materie che ti piacciono di più e materie che ti piacciono di meno. Bene: a me del calcio non mi piace la parte dell’allenamento, però devo farlo e lo faccio». - See more at: http://www.ultimouomo.com/un-monumento-al-chino-recoba/#sthash.nVna1aPN.dpuf

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