Se Sacchi è fulminato dal catenaccio di Simeone e non dalla Juventus di Allegri

Anche l’ex teorico del calcio d’attacco applaude l’allenatore Atletico, abbeveratosi alla scuola italiana, che ottiene il massimo da una squadra che pratica un calcio noioso. Cento volte meglio lo squadrone bianconero di Super Max e, prima ancora, la Juve del Trap, l’Italia di Lippi, l’Inter di Mourinho, il Napoli di Sarri
Se Sacchi è fulminato dal catenaccio di Simeone e non dalla Juventus di Allegri© Bongarts/Getty Images
Xavier Jacobelli
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Catenaccio, contropiede, falli spesso e volentieri, gioco noioso, quando serve, un pullman davanti alla porta e, chi s’è visto, s’è visto. Se questo è il cholismo, cioè il calcio dell’Atletico Madrid, cioè il calcio di Simeone, lunga vita alla scuola italiana, alla cui fonte Simeone si è proficuamente abbeverato. Sia chiaro: qui non si discutono i meriti assoluti dell'ex giocatore di Inter e Lazio, diventato il demiurgo dell’Atletico, l’uomo capace di trasformare in oro una squadra che era di coccio e soffriva, come i suoi tifosi, della sindrome Real. Simeone ha avuto l’abilità di trapiantare nella Liga i concetti tattici appresi in serie A. Da Trapattoni a Capello, passando per Lippi, Ancelotti, Mancini, Castori, Reja, Guidolin e, appunto, Ranieri: la verità è che la scuola tecnica di Coverciano è più forte che mai.

E stupisce Sacchi, maestro del calcio spettacolo, demiurgo del Grande Milan, teorico del pressing senza fiato: “L’Atletico non fa il catenaccio come si faceva una volta. Simeone insegna a difendere “di squadra” e non individualmente. Poi è vero che la tattica dell’Atletico è difensivista, ma dietro c’è una strategia”. Amen. Anzi no. Perché un capitolo a parte merita la Grande Juve di Allegri, la stessa che, durante la stagione, Sacchi ha avuto modo di criticare in tv, salvo poi correggere il tiro. Se l’Atletico di Simeone "è intelligenza” per dirla con Arrigo, la Juve di Allegri campione d’Italia per la quinta volta a suon di record, che cos’è? E, già che ci siamo: la Juve del Trap, l’Italia di Lippi, l’Inter di Mourinho, il Napoli di Sarri? Dovunque sia, è presumibile che Gianni Brera si stia divertendo molto.


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