Ecco The Bridge, stadio-simbolo per Lampedusa

Presentato in Vaticano il progetto del nuovo stadio simbolo della Solidarietà e della Misericordia dopo la visita sull'isola di Papa Francesco
Ecco The Bridge, stadio-simbolo per Lampedusa© LaPresse
di Tullio Calzone
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CITTA’ DEL VATICANO - Nel nome di Papa Francesco, Lampedusa è diventata Porta del Giubileo della Misericordia ma anche il calcio farà la sua parte grazie alla straordinaria idea di costruire sull’isola un nuovo stadio che sarà chiamato “The Bridge”. Un Ponte, cioè, per Lampedusa, l’isola siciliana divenuta emblema dell’accoglienza e della solidarietà umana al centro delle cronache ormai da anni per gli sbarchi di migranti clandestini sfuggiti a guerre inenarrabili e a violenze inaudite. Storie di uomini e donne, spesso di bambini inermi, che meritano di essere raccontate e rappresentate senza pregiudizi o egoismi e che grazie alla Lega B trovano una cassa di risonanza formidabile ed efficace, non fatta solo di parole e di promesse che non si realizzano mai. Questa volta è tutto vero.

PRESENTAZIONE. La presentazione del nuovo impianto polifunzionale, infatti, è avvenuta ieri mattina in Vaticano. Scenario, magnifico, dell’evento l’Aula della Pontificia Accademia delle Scienze, alla presenza del cardinale Giovanni Battista Re e del cardinale Marcelo Sanchez Sorondo, nonché del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e di Andrea Abodi, il presidente della Lega che, attraverso la piattaforma B Solidale Onlus, e in accordo con l’Amministrazione comunale, ha promosso l’idea di realizzare il nuovo stadio polivalente e modulare sull’isola siciliana. La dove oggi c’è un campo in terra battuta con due porte e poco altro, nascerà entro l’estate del 2017 una struttura moderna, costruita a impatto ambientale zero e con criteri infrastrutturali Uefa Euro 1, omologato per poter ospitare campionati federali e completato poi da aree polifunzionali. Sarà lo stadio della solidarietà e sarà destinato a diventare un luogo di aggregazione, perché il calcio è «uno straordinario strumento di formazione e di integrazione sociale - come ha ricordato Mons Sanchez - Oggi il 50% dei giovani nel mondo non riceve un’educazione. E come potranno poi difendersi dallo sfruttamento?». In nessun luogo più di Lampedusa c’è bisogno di strutture del genere che sono accolte con gratitudine da una popolazione in prima linea su questa frontiera tra Nord e Sud del mondo come ha sottolineato il Sindaco lampedusano, ringraziato anche da Mons Re: «Costruire un ponte significa utilizzare un linguaggio preciso. Questa iniziativa che fa onore alla Lega Serie B avrà un’eco forte nel mondo - ha sottolineato l’alto prelato - ed è opportuna per un luogo che è porta dell’Europa per chi arriva dall’Africa, missione che sta affrontando con coraggio e senso di responsabilità. Questa emergenza verrà eliminata solo creando ricchezza nei luoghi d’origine di queste genti».

«GRAZIE». Orgogliosa di aver dato il proprio contributo per portare a compimento un’opera concreta e tangibile, il sindaco Giusi Nicolini ha espresso la propria gratitudine, personale e di tutta la comunità che rappresenta, per questo progetto che non è solo un campo di calcio. «Lì concentrammo i tunisini quando nel 2011 ci fu la primavera araba che portò la nostra piccola isola a sostituire le istituzioni e ad assistere questa umanità sperduta. Tutto ha avuto inizio dal viaggio di Papa Francesco, cominciò in quell’istante il riscatto di Lampedusa e la fine della nostra solitudine. Noi siamo come sul fronte, sul confine tra due mondi e sentiamo per questa ragione una responsabilità maggiore. Da questa posizione abbiamo potuto osservare in faccia la disperazione di chi decide di attraversare il mare rischiando la vita, l’unica cosa che ha. Forse per questo noi ora ci sentiamo la parte migliore di questa Europa che vorrebbe alzare muri. Invece lo sport, incarnando i valori dell'incontro, ci aiuta a capire che non esistono nemici».


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