Milan, Albertini: «Fassone non mi ha chiamato»

L'ex centrocampista rossonero: «Le proprietà cinesi non devono puntare solo al business. Maldini avrà avuto le sue ragioni per rifiutare»
Milan, Albertini: «Fassone non mi ha chiamato»© Getty Images
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MILANO - «Fassone non mi ha mai chiamato. Se mi chiamasse? Non lo ha fatto, quindi è inutile fare ipotesi sulle supposizioni». Demetrio Albertini ha glissato così sulla possibilità di entrare nel futuro organigramma del Milan a guida cinese. «Su questo affare se ne sono dette talmente tante - ha aggiunto l'ex centrocampista di Milan e Nazionale a margine del Forum Sport e Business del Sole 24 Ore - Aspettiamo il closing con fiducia». E sul 'gran rifiuto' di Paolo Maldini al ruolo di direttore tecnico del club, Albertini ha affermato: «Avrà avuto le sue ragioni per dire no. Non conosco nei dettagli la proposta fatta da Fassone ma penso che ad un mese dal closing sia normale volere conoscere la nuova proprietà».

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«Le proprietà straniere possono starci - ha continuato Albertini in merito alle parole di Buffon, che aveva definito le nuove proprietà di Inter e Milan una sconfitta per il calcio italiano - È successo in Inghilterra e Francia, meno in Spagna e Germania. Devono però arrivare con finalità importanti: anche per il lato sociale, non solo per far business». Di fronte ai timori diffusi che simili proprietà possano tirarsi indietro di fronte alle prime difficoltà, Albertini ha ammesso che «il rischio c'è» perché «fa riflettere il caso Pavia», la società fallita due anni dopo l'acquisto da parte di un gruppo cinese. «Bisogna capire le finalità di queste società economicamente importanti, che devono arrivare qui con obiettivi ben precisi. Aspettiamo e vediamo che succede».


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