Al Khater: «Orgogliosi di Qatar 2022»

Il segretario generale aggiunto per la Coppa del Mondo presso il Supreme Committee for Delivery & Legacy ha fatto il punto sui lavori svolti a 6 anni dall'assegnazione del Mondiale. "Siamo sulla buona strada. La nostra sarà un'edizione eccezionale".
Al Khater: «Orgogliosi di Qatar 2022»
Andrea Ramazzotti
7 min

MILANO - A sei anni dalla conquista dell’edizione del 2022 della Coppa del Mondo, i lavori per costruire gli stadi e le infrastrutture in Qatar continuano e Nasser Al Khater sta recitando un ruolo importante in questo processo di crescita. Dopo che si è aggiudicato il Mondiale il 2 dicembre 2010, il percorso di avvicinamento al calcio d’inizio della manifestazione è esattamente a metà strada e il segretario generale aggiunto per la Coppa del Mondo presso il Supreme Committee for Delivery & Legacy (SC) ha spiegato con grande puntualità i progressi fatti e quelli da fare analizzando inoltre le criticità da risolvere per organizzare un’edizione da ricordare della Coppa del Mondo, la prima in un Paese arabo.

Al Khater, come si sente a metà del cammino per arrivare al Mondiale del 2022?
E’ difficile pensare che sono già passati sei anni da quando il Qatar si è aggiudicato la possibilità di organizzare il Mondiale. Come detto fin dal primo giorno, la prima Coppa del mondo in Medio Oriente e in una nazione araba porterà molti tifosi a visitare il nostro Paese per la prima volta e tanti conosceranno una nuova cultura e nuove tradizione. Questa sarà la più “unica” Coppa del Mondo della storia, non solo perché sarà “compatta” (intende per le distanze ridotte tra gli stadi dove si giocheranno gli incontri, ndr), ma per quello che il Qatar ha da offrire. Siamo felici dei progressi fatti e ogni anno quando ricorre l’anniversario dell’aggiudicazione del Mondiale, per noi che lavoriamo per il Qatar a questo progetto è un grande momento, un modo per ricordarci e ricordare quello che il nostro Paese sta facendo per il mondo del calcio. A sei anni dall’inizio dei lavori siamo orgogliosi del punto dove siamo adesso.

Quali sono i principali lavori svolti finora?
Come Supreme Committee siamo soddisfatti di come abbiamo portato avanti i lavori di sviluppo degli stadi, dei campi di allenamento e di tutte le strutture richieste per ospitare una Coppa del Mondo, ma allo stesso tempo siamo fieri dei risultati raggiunti da tutti i soggetti coinvolti, dalle pubbliche autorità che stanno sviluppando le strade e le autostrade, alle persone che stanno costruendo la Metro a Doha, le ferrovie e quelle che stanno potenziando l’aeroporto Hamad International. Tutti insieme stiamo facendo il massimo per far vivere a chi verrà qua un Mondiale fantastico.

Cosa si sente di dire ai critici?
Fin dall’inizio abbiamo dovuto affrontare parecchie sfide, come succede a tutti coloro che organizzano una Coppa del Mondo. Alle critiche siamo abituati perché ci sono state fin dal giorno in cui abbiamo deciso di entrare in corsa per organizzare la Coppa del Mondo, ma anche quando l’edizione del 2022 ci è stata assegnata. Le persone nate in Qatar possono sopportare le critiche e siamo in grado di rispondere con i fatti a chi ci critica. Adesso però penso che sia arrivato il momento da parte di coloro che ci criticano di ascoltarci. Credo che nel 2022 loro dovranno ammettere di aver sbagliato. Stiamo facendo tutto per organizzare un Mondiale memorabile e unico e sono certo che manterremo la promessa fatta quando ci siamo aggiudicati l’edizione del 2022. Non mi preoccupa la severità nei giudizi: ce la faremo.

Quanto è importante per voi l’aiuto delle comunità locali e regionali?
E’ vitale per noi. La Coppa del Mondo è importante per loro e non è un Mondiale solo per il Qatar, bensì per tutta la comunità del calcio del nostro Paese, per tutti gli appassionati e gli amanti del pallone della nostra zona. Stiamo cercando di coinvolgere tutti, comprese le comunità che avranno gli stadi vicini alle loro abitazioni: vogliamo sapere da loro di cosa hanno bisogno in termini di servizi perché saremo in grado di ascoltarli e migliorare la qualità della loro vita anche attraverso la costruzione degli stadi.

Le condizioni di vita dei lavoratori per il Supreme Committee sono un punto fondamentale. Come procedono le cose a riguardo?
Per noi del Supreme Committee, ma per tutto il Qatar le condizioni di vita dei lavoratori sono importantissime anche perché il loro miglioramento porta grandi benefici ai lavoratori stessi. I nostri standard sono stati introdotti anche da altre organizzazioni. A metà dicembre annunceremo una nuova legge sul lavoro.

La nuova generazione di giocatori del Qatar sta crescendo e alcuni di loro, tra i quali Akram Afif, hanno iniziato a giocare in Europa, tra Spagna, Belgio e Scozia. E’ un effetto dell’assegnazione al Qatar del Mondiale del 2022?
Sicuramente ospitare il Mondiale ha aumentato le motivazioni anche dei nostri giocatori, ma non dimentichiamo che la Federazione e Aspire hanno da tempo un programma per la crescita degli atleti e dei calciatori. I progressi sono stati evidenti. Ecco spiegato il perché giovani come Akram Afif sono arrivati a giocare nella Liga e in altri importanti campionati europei. La Coppa del Mondo è un importante propellente per questi calciatori e per tutti coloro che sognano di disputare un Mondiale a casa propria.

Nel 2016 è inoltre iniziato un rapporto più profondo con l’India dopo che un’azienda indiana ha iniziato a lavorare all’ Al Rayyan Stadium. Quanto sarà importante l’India per voi da qui al 2022?
Le relazioni tra il Qatar e l’India vanno al di là del calcio e continuano da decine di anni. La popolazione e la comunità indiana sono una parte integrante della società del Qatar e ci hanno aiutato a costruire il nostro Paese, a farlo diventare quello che è adesso. La finale dell’AFC Cup a Doha ha recentemente mostrato il livello di partecipazione e di coinvolgimento dei tifosi e ha inoltre confermato quanta passione l’India ha per il calcio. L’India ha fatto molti progressi nel calcio grazie al loro campionato e penso che l’India diventerà per l’Asia un punto di riferimento nel movimento calcistico asiatico. Ospiterà la Coppa del Mondo Under 17 e punta a ospitare in futuro anche quella Under 20. L’obiettivo è quello di far diventare l’India una nazione di calciatori. Sono convinto che al Mondiale del 2022 ci saranno tanti indiani che verranno qua per vedere le partite, sia partendo dall’India stessa sia dalle nazioni a noi vicine. A tutti loro dico “Benvenuti, le nostre porte sono aperte”. 

Chiudiamo con un paragone: adesso siamo come all’intervallo di un match di pallone e resta da giocare il secondo tempo nella partita del Mondiale 2022. Cosa si sente di dire ai suoi uomini?
Come fossi l’allenatore, sarei molto orgoglioso della mia squadra perché finora abbiamo fatto un ottimo lavoro. La squadra come l’intera nazione. L’obiettivo nel “primo tempo” era ambizioso, ma l’abbiamo raggiunto. Adesso però non dimentichiamoci che ci sono altri 45 minuti nei quali dobbiamo comportarci come abbiamo fatto finora impegnandoci al massimo. Se lo faremo, saremo sicuri di ottenere risultati positivi.


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