BUENOS AIRES - Croce e delizia dei presidenti, per la sua poca diplomazia e la sua indole da sindacalista, Diego Armando Maradona è stato però leader incontrastato di ogni spogliatoio vissuto nella sua carriera ed è sempre stato idolatrato dai compagni, non solo per le sue qualità calcistiche. Questo perché, paradossalmente, lui che è stato forse l'unico calciatore in grado di vincere le partite praticamente da solo (o addirittura un Mondiale come nell'86) ha sempre messo la squadra al primo posto.
ALBICELESTE NEL CUORE - Un affronto mai perdonato da Maradona, quasi che fosse ancora il capitano di tutti gli argentini, che è così tornato a pungere velenosamente il centravanti dell'Inter: «Prima di convocare Icardi chiamerei l''Indio' Bazan Vera». Un nome conosciuto da pochi, ma famoso in Argentina, quello del 43enne ex attaccante dell'Almirante Brown, recordman di gol in una stagione nella B Nacional, la seconda divisione argentina. Ma basta a far capire cosa pensi l'ex Napoli di 'Maurito'.
ATTACCO ALL'AFA - Maradona ha poi raccontato del suo riavvicinamento alla Fifa «per dare una ripulita all'Afa (la Federcalcio argentina, ndr). Se dovrò passare sulla testa di qualcuno, lo farò, non perdonerò nessuno. Come ho detto a Infantino, come vogliamo una Fifa trasparente, lo stesso vale per l'Afa. E Infantino vuole che sia io a dare l'ultimo colpo di martello».