La partita perfetta di Inzaghi

L'opinione del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio Alessandro Vocalelli
La partita perfetta di Inzaghi© Bartoletti
Alessandro Vocalelli
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ROMA - Non bisogna parlare dell’arbitro e - di questi tempi - questo è già un bel risultato. Il derby di notte ha finito per splendere solo da parte laziale. Nessuna traccia della Roma che tre giorni fa ha incenerito l’Inter: stessa formazione - tranne poche eccezioni - stesso modulo, ma neppure un indizio che potesse far ripensare a quel gruppo. Perché, con tutto il rispetto di Pioli, Inzaghi ha scelto un assetto analogo, dimostrando però che il calcio è pieno di luoghi comuni: non sono i giocatori offensivi a rendere pericolosa una squadra. Invece di Candreva a Perisic a dannarsi e sfiancarsi lungo la fascia, c’erano Basta e Lukaku, due terzini chiamati però a proporsi, a tenere alta la formazione, perché cercare il maggior equilibrio d’assieme è un esercizio di estremo coraggio. Troppo facile, scontato, puntare sulle qualità individuali, molto più rischioso accordare le proprie virtù - di corsa e di gamba - con quelle di chi fa correre invece velocemente i pensieri.

È stata, per essere chiari, la vittoria di un collettivo che ha risposto pienamente alla strategia perfetta del suo allenatore. Simone Inzaghi, il più giovane e anche il più sottovalutato allenatore della serie A, non ha sbagliato una mossa. E non credete a chi adesso vi dirà che è stato bravo, bravissimo, ad affollare il centrocampo, soffocando i trequartisti della Roma. Perché Inzaghi ha vinto la partita alzando le sue tre torri difensive sempre più su, accettando anche l’uno contro uno. È stato lì che la Roma ha perso la partita, perché Nainggolan e Salah, pur disponendo di una apparente libertà, non avevano quei cinque metri per accendere e dare un senso alle loro intenzioni. Il resto, poi, lo hanno fatto i calciatori di maggior talento. Felipe Anderson e Keita, formidabili in quella staffetta che a tanti sembrava un azzardo, hanno innescato Milinkovic e Immobile, i più bravi - partendo da posizioni diverse - nel cercare la profondità. La Roma, stavolta, è rimasta stordita, è andata in confusione, con Strootman disperatamente alla ricerca del giusto fazzoletto di campo. Di sicuro il 2-0 è un risultato importantissimo per la Lazio, che però ha vinto soltanto il primo tempo di una sfida da centottanta minuti. Sarà elettrizzante, esattamente come per Napoli-Juve, il ritorno. Una Coppa di grandi emozioni.


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