Tommasi: «Giocatori sotto le curve? La Roma e Hamsik sbagliarono»

Il presidente dell'Associazione calciatori: «I giocatori sono troppo spesso impreparati alla gestione di certi fenomeni. Non bisogna tollerare questi episodi»
Tommasi: «Giocatori sotto le curve? La Roma e Hamsik sbagliarono»© ANSA
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ROMA - C'era una volta il mestiere più bello del mondo. È dura la vita del calciatore, tra contestazioni dei propri tifosi, aggressioni e scandali. Nelle serie inferiori e nei dilettanti succede di tutto: «La metà dei casi di violenze e minacce con vittime i calciatori è attribuibile ai tifosi della propria squadra. E un caso su due del totale avviene nel calcio dilettantistico», ha spiegato Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (Aic), in audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia.

AGGREDITO IL PORTIERE DEL BARLETTA

CASI SIMBOLO - Ma anche ai massimi livelli non mancano violenze e processi sommari sotto le curve. Due gli episodi simbolo: quello che ha visto coinvolto il capitano del Napoli, Marek Hamsik, nella finale di Coppa Italia del 2014, e il confronto tra i giocatori della Roma e gli ultras dopo l'eliminazione dall'Europa League di due anni fa. «I calciatori - ha osservato Tommasi - sono troppo spesso non preparati alla gestione di certi fenomeni. Il culmine è arrivato con la partita di Europa League Roma-Fiorentina, con i giocatori che interloquivano con i tifosi, cosa già vista nella finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. La gestione di quella finale da parte degli atleti la ricordiamo, il capitano del Napoli, Hamsik, ha rivestito un ruolo forse non consono per un giocatore. Dopo Fiorentina-Roma abbiamo contribuito ad emanare regole in Consiglio federale, pur trovando opposizione. Volevamo come prima sanzione la squalifica per rapporti tifosi-calciatori, sarebbe un buon deterrente. Nessuno ha detto a De Sanctis di non andare sotto la curva, mancava una figura che indicasse come comportarsi. Spesso i giocatori tollerano determinati episodi purché non ci siano aggressioni, ma non vanno tollerate».

TARANTO, «GIOCATORI AGGREDITI DA 30 PERSONE INCAPPUCCIATE»

MATCH FIXING - Tommasi si è soffermato sul fenomeno del calcioscommesse, che può essere la causa di violenze e minacce. «Il caso di Taranto, dove i giocatori sono stati aggrediti da 30 persone incappucciati, è figlio di un sentito dire di tre giocatori che si "sarebbero venduti" delle gare». In un clima del genere, minacce e pressioni diventano quasi la norma. Con un pericolo inquietante: «Il calciatore si è abituato al fatto che se gioca male è normale poi ricevere minacce e pressioni», ha concluso Tommasi.


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