© LaPresseAltro che candidato unico ed ecumenico! Le società di Serie B rischiano di dividersi prima ancora di cominciare a confrontarsi sul futuro della categoria, tutt’altro che roseo. E al centro del mirino finiscono i “tre saggi” che avrebbero dovuto traghettare le 22 consorelle cadette verso una soluzione condivisa e, appunto, unitaria. Invece, la scelta del successore di Andrea Abodi alla guida della Lega è già un tormentone. L’accusa mossa a Oreste Vigorito (presidente del Benevento), Andrea Gabrielli (Cittadella) e Antonio Gozzi (Virtus Entella) è quella di non aver riferito agli altri club sui sondaggi propedeutici all’elezione della nuova governance e di aver di fatto consentito di fissare l’Assemblea Elettiva al termine del campionato, uno dei più equilibrati, combattuti e incerti di sempre.
ASSEMBLEA IL 9 MAGGIO? - Tra l’altro, l’eventualità di votare il 9 maggio metterebbe nella strana condizione ben 7 società su 22 di incidere sulla Lega pur essendo questi stessi club in procinto di lasciare la categoria, o perché promossi in A o perché retrocessi in Lega Pro. Ecco perché sono ormai diversi i presidenti che hanno chiesto, o chiederanno nelle prossime ore, di rivedere la decisione di votare la prossima settimana e di fissare prima un’Assemblea ordinaria in cui i tre saggi potranno dare conto dei sondaggi effettuati e poi stabilire un’altra data per eleggere il nuovo presidente e il consiglio direttivo. Al momento alla candidatura, peraltro mai ufficializzata, di Claudio Lotito, patron della Lazio e co-proprietario della Salernitana insieme con Marco Mezzaroma, si opporrebbe quella di Salvatore Gualtieri, già vice presidente del Crotone e grande conoscitore della categoria.
TERZA STRADA - Proprio su questi nomi, tuttavia, non c’è convergenza. A fare chiarezza è stato il presidente del Cesena, Giorgio Lugaresi che ha inviato una lettera a tutti gli altri presidenti di B in cui ha spiegato rischi e progetti auspicabili per la categoria, partendo proprio da una candidatura forte, autorevole e autonoma che possa interpretare in pieno, come nel settennato di Abodi, le esigenze delle società affiliate. In pratica, il patron romagnolo ha spiegato perché non appoggerà nessuno dei due candidati. «Ho visionato i “programmi” e ritengo si tratti di un elenco di buoni propositi, alcuni anche condivisibili, che non contengono tuttavia un piano operativo dettagliato che da presidente mi faccia stare tranquillo. Gualtieri non ha indicato numeri, previsioni future, metodi e strategie per concretizzare le sue belle intenzioni. Di Claudio Lotito, che reputo un amico capace, ho in mano solo un foglietto che ho già contestato pubblicamente».
CONTESTAZIONI - Alla base della dissociazione di Lugaresi ci sono alcune osservazioni concrete: la prima e la più importante riguarda la riforma dei campionati che dovrebbe prevedere nelle intenzioni di uno dei due candidati due promozioni in A e due retrocessioni dalla A alla B. A fronte di ciò, il 50% del paracadute verrebbe girato alla B per un valore ad oggi di 30 milioni di euro. Il rischio di questo format, secondo Lugaresi, sarebbe quello di un torneo senza l’attuale appeal e per di più privato di una vera mission. «Diventeremmo in breve tempo, un “ramo secco” del calcio e non saremmo più in grado di fare sistema con la Serie A». Anche sulle recenti modifiche alla mutualità e sul paracadute, Lugaresi ci è andato giù duro con critiche argomentate che spera di poter esporre in un’Assemblea politica e non subito elettiva insieme con un piano operativo per il prossimo quadriennio dettagliatissimo e non solo ricco di buone intenzioni o di vaghe promesse.