Mondiali Fifa 17, il sogno di "IcePrinsipe": «Giocavo con Pellegrini, ora sono un professionista dei videogiochi»

Storia di un videogiocatore di professione. Daniele Paolucci del team "Mkers" è l'unico italiano alla fase finale della Fifa Interactive World Cup. Ha un passato nelle giovanili romaniste
Mondiali Fifa 17, il sogno di "IcePrinsipe": «Giocavo con Pellegrini, ora sono un professionista dei videogiochi»
Valerio Albensi
5 min

ROMA - Quando era bambino giocava nelle giovanili della Roma e sognava di partecipare alla Coppa del mondo con l’Italia. Daniele Paolucci al Mondiale ci andrà lo stesso, ma percorrendo una strada alternativa: dal calcio ai videogiochi. A 21 anni “IcePrinsipe” (questo è il suo nickname) è un fuoriclasse di Fifa 17, la simulazione calcistica prodotta da EA Sports, e sarà l’unico italiano a partecipare al gran finale della Fifa Interactive World Cup, manifestazione di eSports in programma dal 16 al 18 agosto e organizzata dalla federcalcio mondiale. Nicolò Mirra e Mattia Guarracino, tesserati rispettivamente da Roma e Sampdoria, si sono fermati alla fase riservata ai club, Daniele invece era già qualificato grazie al titolo europeo conquistato a Madrid e a una serie di importanti piazzamenti in altri tornei satellite.

PROGAMER - “IcePrinsipe” ha trasformato la sua passione da hobby in un vero e proprio lavoro: oggi è un videogiocatore professionista, un progamer, e oltre ai tornei vinti percepisce uno stipendio fisso dal suo team, i “Mkers” start up italiana del settore degli sport elettronici. Di giorno cura la sua immagine sui social network e i rapporti con la propria community di appassionati, realizza video e contenuti per YouTube (ha 85mila iscritti al suo canale); di sera si allena alla Playstation, la sua console preferita, sfidando altri “pro”. Non guadagna come un campione del calcio giocato, ma tra ingaggio, sponsorizzazioni e premi il discorso comincia a farsi interessante. E le prospettive del settore degli eSports prevedono una crescita clamorosa nei prossimi anni. Pazienza, dunque, se in molti quando dice che lavoro fa quasi non ci credono. «Adesso quando dico che lavoro faccio la gente resta allibita - racconta - ma è normale: tra dieci anni sarà tutto diverso. Anche mia madre quando ero bambino non voleva che passassi molto tempo davanti ai videogiochi. Poi però ha visto che da tre anni a questa parte, da quando ho iniziato a fare i tornei competitivi, grazie alle vittorie ai tornei portavo a casa molti premi e ha iniziato a ricredersi. A Madrid ho vinto 30mila euro. Ora che ho un vero stipendio dal mio team ha capito che giocare può essere davvero un lavoro».

STRADA PER POCHI - Uno su mille ce la fa. Perché diventare un videogiocatore professionista non è così semplice come si può pensare. Daniele mette in guardia chi pensa che possa essere un percorso facile: «Magari fosse così. Vi do un dato: per i Mondiali hanno provato a qualificarsi 10 milioni di persone in tutto il mondo e ce l’hanno fatta in 32. Questo perché diventare professionisti ci vuole costanza e allenamento. Succede anche nel calcio giocato: tutti giochiamo a pallone, io ero nelle giovanili della Roma, ma pochissimi hanno le qualità per diventare professionisti». Consigli per un ragazzo che vuole provarci? «Iniziare subito a misurarsi nei tornei, dal vivo e online, e provare a crescere così. Poi bisogna essere freddi e mantenere la calma durante le sfide». E quel “Ice” aggiunto da poco al nickname non è casuale: quando hai in mano il joypad le mani non devono sudare.

LA ROMA E PELLEGRINI - Romano e tifoso della Roma, “IcePrinsipe” ha giocato per qualche anno nelle squadre giovanili quando frequentava le scuole medie. A Trigoria ha conosciuto Lorenzo Pellegrini, ragazzo che è approdato in prima squadra dopo due anni al Sassuolo. Coincidenze: per presentare sui social il ritorno a casa, la Roma ha pubblicato su Twitter un video di Pellegrini durante una partita a Fifa 17. «L’ho visto e mi è piaciuto tantissimo - continua Paolucci - ho scritto a Lorenzo e gli ho detto scherzando: “Gioca con me, se hai il coraggio…”. È uno dei pochi con cui sono rimasto in contatto, sono contento per lui e gli auguro il meglio». Anche la Roma ha una squadra di eSports: «Un pensierino all’inizio ammetto di avercelo fatto - ammette Daniele - ma devo dire che tra le offerte che ho ricevuto quella dei “Mkers” è stata la più interessante. Il progetto di questo team è bellissimo, davvero. Non ho alcun tipo di rimpianto».

MONDIALI - Due i punti fermi della sua squadra tipo: «Cristiano Ronaldo, il più forte, e Radja Nainggolan, il giocatore che con i suoi inserimenti mi ha consentito di vincere tante partite». Dopo una breve vacanza, Daniele si sta preparando per i Mondiali. Il montepremi di questa edizione è ricchissimo, chi vince si mette in tasca tanti soldi, 200mila dollari. «Spero di farcela, ma sarà una competizione molto equilibrata perché siamo tutti forti. Un rimpallo sfortunato o un episodio possono eliminarti. Cercherò di giocare il mio calcio, uno stile che ha due punti di forza: pressing asfissiante e difesa impenetrabile». È la scuola italiana, nel calcio giocato e anche nei videogiochi.


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