Non solo Kean e Pellegri: ecco gli altri nomi della generazione millennials

Scopriamo le storie dei baby-talenti che provano ad affacciarsi sui palcoscenici più importanti
Non solo Kean e Pellegri: ecco gli altri nomi della generazione millennials

ROMA - Generazione 2000. Quella cresciuta tra selfie e social. Quelli con Iphone e Ipad sempre in mano. Loro che un mondo senza Internet non se lo immaginano proprio, loro che gli anni d’oro del grande Real se li ricordano appena (non che ora vada male eh). La generazione di Messi e Cristiano Ronaldo, quelli che non hanno visto giocare Maradona e l’altro Ronaldo l’hanno sfiorato appena. Generazione 2000. Quella dei Millennials. Kean e Pellegri guidano la carica di ragazzini pronti a sfondare. La generazione delle baby promesse, che in questi anni si affacciano in serie A. Moise Kean e Pietro Pellegri l’hanno già fatto abbondantemente, con tanto di gol. Ultima giornata della stagione scorsa, classico turn over di fine campionato e dentro i giovani: Moise lanciato da Allegri e Pietro schierato titolare da Juric. Due reti dalle quali ripartire: Kean segna nell’ultimo minuto della stagione della Juventus, Pellegri al 3’ di Roma-Genoa, la partita d’addio di Totti. Quel giorno all’Olimpico il baby rossoblù ruba la scena al capitano giallorosso, perché per un campione che si ritira ce n’è un altro che potrebbe nascere.


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EMANUEL VIGNATO (CHIEVO)

Totti e i Millenials. Se non è un rapporto padre-figlio poco ci manca. Chiedetelo a Emanuel Vignato. Esterno offensivo del Chievo, classe 2000. Lui e Francesco a riscaldarsi fianco a fianco a bordo campo durante Chievo-Roma. Totti se lo guarda e riguarda. Poi con la sua solita spontaneità: «E tu chi sei?». Sorride e si gira verso Nainggolan: «Sembra che c’ha dodici anni». Non proprio, ma pochi di più. Ne farà 17 tra qualche settimana. L’ex capitano ne approfitta: «Te ne puoi prendere dieci dei miei?». E giù risate. Sono 24 gli anni di differenza tra i due: quando Vignato nasceva Totti iniziava la stagione dello scudetto.


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ALESSANDRO PLIZZARI (MILAN/TERNANA)

Millennials in serie A ma anche in B: perché per Alessandro Plizzari è la grande occasione. Classe 2000, in prestito dal Milan alla Ternana e posto da titolare tra i pali. Faccia da bravo ragazzo e voglia di spaccare il mondo. Concentrato e silenzioso: impostazione rossonera. Chi l’ha visto giocare dice che è un fenomeno, in casa Milan è già considerato il dopo Donnarumma. E’ il primo classe 2000 ad essere andato in panchina in serie A (nel settembre scorso contro l’Udinese), ma lui non si monta la testa: «Il futuro è lontano, cerco di pensare giorno per giorno». Banale? Sincero. Mentalità giusta, da chi sogna in silenzio.


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MARCO MELI (FIORENTINA)

Chi sta vivendo un’estate da sogno è Marco Meli: l’unico classe 2000 che Pioli ha portato nel ritiro della Fiorentina a Moena. Pentito? Neanche un po’. Perché Marco parla poco ma fa tanti fatti. Da sempre. A chiacchierare ci pensa il papà che l’ha sempre seguito in tutti gli spostamenti fin da piccolo. Da quando giocava nel Tau Calcio due anni sotto età: «Aveva il senso del gioco e faceva i movimenti giusti già a sei/sette anni» racconta chi l’ha visto crescere. Perché quando uno è predestinato c’è poco da fare. E allora in un attimo eccolo in ritiro con la prima squadra. Qualche centimetro in più ma la mentalità di sempre: «Mi piace molto, sta reggendo bene i carichi di lavoro» ha spiegato Pioli durante il ritiro. Sacrificio e impegno, poi qualcosa arriverà.


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MANOLO PORTANOVA (JUVENTUS)

Fatevelo raccontare da Manolo Portanova, figlio dell’ex difensore Daniele: «Tifa Lazio come me». E su questo non si discute. Ma il futuro di Manolo è bianconero. Ahia. Poco male, perché: «L’importante è vederlo sereno». Sorrisone di Portanova jr che da poco è passato dalla Lazio alla Juventus. Questione di progetti: «Ha più prospettive» ha spiegato l’agente. E i soldi c’entrano poco, perché il ragazzo ha detto no a una proposta migliore a livello economico da parte del Monaco. Nuovi colori, nuova esperienza. Con la Lazio sempre nel cuore. Avventura iniziata quasi per caso grazie a Sebastiano Siviglia. mai scelta fu più giusta: Manolo gioca e incanta. Prima con l’Under 17, poi in Primavera. Lotta e combatte: tutto suo padre. Famiglia di calciatori i Portanova, con papà Daniele disperato tra quadri rotti e segni sui muri. Partitelle infinite tra Manolo, Denis (che gioca nel Bologna), William (idee ancora poco chiare: calcio, tennis, boxe... fa un po’ di tutto) e il piccolo Josè Maria, che a 5 anni prova ad imitare Neuer.


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DAVIDE MEROLA (INTER)

E chissà se tra qualche anno si ritroverà davanti Davide Merola, attaccante dell’Inter, classe 2000. «Prima o poi si fermerà». Sì, sono due anni che lo dicono. Lui intanto continua a segnare gol a raffica. Campione d’Italia con l’Under 17 di Zanchetta e due assist di tacco in finale contro l’Atalanta. Il papà si è dovuto trasferire da Santa Maria Capua Vetere a Milano e Davide l’ha seguito. A 12 anni la svolta della vita: lo volevano Juve, Roma e Napoli. Lui non ha mai avuto dubbi: tifa Inter da sempre. L’altezza non è il suo forte, c’è chi lo paragona a Montella e Di Natale.


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FABRIZIO CALIGARA (JUVENTUS)

Per Fabrizio Caligara è arrivata la benedizione di Allegri: «Oltre a Kean c’è un altro 2000 bravo, si chiama Caligara». Tempi non sospetti, ottobre 2016. Un anno dopo tutto confermato: 16 presenze nella Primavera di Grosso e anche un gol in Youth League. Centrocampista moderno, visione del gioco e un gran piede sinistro. Primo contratto da professionista firmato nel gennario scorso. Appuntateveli, segnatevi i nomi. La next generation corre veloce verso il futuro. E i Millennials che si affacciano al grande calcio sono sempre di più.


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ROMA - Generazione 2000. Quella cresciuta tra selfie e social. Quelli con Iphone e Ipad sempre in mano. Loro che un mondo senza Internet non se lo immaginano proprio, loro che gli anni d’oro del grande Real se li ricordano appena (non che ora vada male eh). La generazione di Messi e Cristiano Ronaldo, quelli che non hanno visto giocare Maradona e l’altro Ronaldo l’hanno sfiorato appena. Generazione 2000. Quella dei Millennials. Kean e Pellegri guidano la carica di ragazzini pronti a sfondare. La generazione delle baby promesse, che in questi anni si affacciano in serie A. Moise Kean e Pietro Pellegri l’hanno già fatto abbondantemente, con tanto di gol. Ultima giornata della stagione scorsa, classico turn over di fine campionato e dentro i giovani: Moise lanciato da Allegri e Pietro schierato titolare da Juric. Due reti dalle quali ripartire: Kean segna nell’ultimo minuto della stagione della Juventus, Pellegri al 3’ di Roma-Genoa, la partita d’addio di Totti. Quel giorno all’Olimpico il baby rossoblù ruba la scena al capitano giallorosso, perché per un campione che si ritira ce n’è un altro che potrebbe nascere.


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