Ancelotti torna subito in campo: allenerà i bambini di Gerusalemme

Lunedì, a poche ore dall'esonero nel Bayern Monaco, il tecnico italiano parteciperà a un evento di beneficenza nella parte vecchia della città abitata da musulmani, cristiani ed ebrei
Ancelotti torna subito in campo: allenerà i bambini di Gerusalemme© EPA
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ROMA - A poche ore dall'esonero dal Bayern Monaco, arrivato dopo il ko in Champions League a Parigi contro il Psg, Carlo Ancelotti ha già trovato un nuovo "ingaggio": lunedì infatti l'ex tecnico di Juventus e Milan dirigerà uno speciale allenamento tra le mura della città vecchia di Gerusalemme - popolata da musulmani, cristiani ed ebrei - che vedrà decine di bambini giocare insieme sul campo del 'Jerusalem sports playground' realizzato dal progetto 'Assist for peace' nel quartiere armeno grazie alla disponibilità del locale Patriarcato.

La struttura, inaugurata nel settembre 2016, ha visto il sostegno di diversi campioni internazionali, e sin dal primo momento l'adesione di Ancelotti (tra gli altri testimonial del progetto: Novak Djokovic, Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen, Vincenzo Nibali, Giovanni Soldini, Javier Zanetti, Gianluigi Buffon, Federica Pellegrini, Yakhouba Diawara, Roberto Donadoni, Danilo Gallinari, Valentino Rossi, Muhammad Ali, Luca Toni, Simone Pianigiani e altre personalità quali Antonello Venditti, Guido Barilla ed Ennio Morricone).

TESTIMONIAL - Quella di Ancelotti sarà la testimonianza di chi crede che l'educazione ai valori dello sport possa portare al rispetto dell'avversario e alla mediazione dei conflitti verso un cammino di pace. E Ancelotti - che ha guidato prevalentemente squadre con giocatori di provenienza internazionale - ben conosce come trasformare queste differenze in un valore in più, avendo conquistato titoli di massima divisione in quattro diverse nazioni (oltre a tre Champions League).

«Il calcio - spiega Ancelotti, a pochi giorni dal viaggio in Terra santa sotto gli auspici del Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme - può essere una grande occasione di crescita personale poiché ci si deve mettere al servizio di una squadra. In questo modo le diversità di idee, di opinioni, di credo o di cultura, devono confrontarsi con il rispetto reciproco, con la fiducia nel voler raggiungere insieme un obiettivo. E la vittoria per i bambini di Gerusalemme sarà poter crescere in una città in pace. Perciò sarò felice di essere con loro a portare i valori dello sport con un messaggio di speranza».


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