Stirpe: Frosinone, uno stadio per sognare

Intervista con il presidente Maurizio Stirpe, il patron del club ciociaro balzato agli onori delle cronache per l'inaugurazione di uno stadio moderno, il quarto di proprietà in Italia dopo quelli di Juve, Udinese e Sassuolo, costruito in appena 15 mesi. «Ora Frosinone e la sua gente potranno invidiare pochi ed essere invidiati da molti. Realizzato un grande sogno».
Stirpe: Frosinone, uno stadio per sognare
di Tullio Calzone
4 min

Il sogno è realtà. Una piccola città e un piccolo club diventano improvvisamente grandi.

Presidente Stirpe, l’inaugurazione del Benito Stirpe è il compimento di un percorso. Si apre una nuova fase per il futuro del club e di Frosinone?

«E’ un passo fondamentale: darà maggiore solidità al Frosinone. Meritavamo di andare in A già lo scorso anno. E non ci arrendiamo e, d’ora in avanti, avremo qualcosa in più».

Pochi club in Italia hanno uno stadio di proprietà. Un orgoglio?

«Da quando sono nel calcio, ho sempre pensato che bisognasse avere una struttura come questa. Abbiamo centrato l’obiettivo. Oggi il Frosinone può essere invidiato da tanti e avere invidia per pochi. Se un club non diversifica i ricavi, difficilmente riuscirà a essere indipendente».

Quanto ha investito la società?

«Fra stadio e centro sportivo, attorno ai 18 milioni di euro. Avere strutture e stadi di proprietà è una condizione necessaria per rispondere concretamente alla mancanza di risorse dopo la fine della mutualità. I rapporti fra A e B? Non è mai stato erogato il famoso 7 per cento. La nostra Lega ha un potere contrattuale scarso. Spero che il Governo metta mano alla Legge Melandri e sui meccanismi di erogazione delle risorse. Senza risorse non si possono sviluppare settori giovanili. Senza soldi è difficile allevare i campioni del futuro».

A che cosa sono stati dovuti i leggeri ritardi nella consegna del “Benito Stirpe”?

«Ci sono state lievi difficoltà in corso d’opera. Ritardi fisiologici, per un’opera realizzata in poco più di 15 mesi».

Nell’anno della retrocessione qualche ipercritico sostenne fosse stato un errore avere investito cospicue risorse sulle strutture e non aver rinforzato la squadra, benché il gruppo che aveva difeso la A fosse stato confermato per 7-8 undicesimi. Una bella rivincita. O no?

«Chi ha criticato le nostre scelte, obbligate, ha dimenticato che se noi non avessimo investito subito nelle infrasttrutture, in caso di promozione, non avremmo avuto la possibilità di giocare in A. Poi quella squadra ha dimostrato di essere forte e competitiva».

Come mai la sua società non ha utilizzato la piattaforma della Lega “B Futura” per la realizzazione del nuovo stadio?

«Perché siamo partiti da un manufatto di proprietà del Comune e non abbiamo potuto fare diversamente. Lo abbiamo in affidamento per 45 anni, ma non è un limite»

Anche grazie al suo contributo, la B è cresciuta. Ma come si è arrivati a una Lega senza presidente?

«Non c’è ragionevolezza. Ognuno dovrebbe restare al suo posto. Spero che Corradino diventi presidente: è l’unico modo per non disperdere l’eredità di Abodi, un manager che ha dato alla B identità, rappresentanza e servizi».

Ha fatto male Abodi a dimettersi?

«Certamente sì. Era stato eletto legittimamente, non era obbligato dallo statuto a fare un passo indietro dopo il tentativo di guidare la Figc. Ora bisogna recuperare un leader che abbia come unico obiettivo sviluppare la B e il movimento composto da persone che non abbiamo altri interessi personali da tutelare. Chi mi spaventa di più sono i falsi Robin Hood».

Come valuta Longo?

«Rispetta esattamente le premesse e le sensazioni che mi aveva procurato la prima volta che lo incontrai. Un tecnico umile, con idee forti e chiare»

La questione arbitrale riguarda molto da vicino il Frosinone. Cosa ne pensa?

«Siamo molto sfortunati e sempre con gli stessi arbitri. C’è qualche cosa che va valutata meglio e indagata. Ho sempre pensato che il valore del Frosinone ci avrebbe garantito di essere competitivi a lungo. Ma dipenderà anche dagli altri».

Tre anni fa, insieme con il Carpi, il Frosinone fu una delle sorprese del campionato. Oggi, la sua è considerata la squadra da battere. Una difficoltà o un vantaggio?

«Credo ci siano altre squadre da battere, il Frosinone può stare nella parte sinistra della classifica. Poi vedremo». 


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