La passione di Yara

Il messaggio di papà Fulvio: «Calcio, volley, basket, danza, cultura. Così vogliamo aiutare i ragazzi a praticare lo sport di vivere. Grazie Malagò»
La passione di Yara© ANSA
Xavier Jacobelli
8 min

BREMBATE DI SOPRA (Bergamo) - Le parole di Oriana Fallaci sono scritte sulla home page del sito e sono tratte dalla Forza della Ragione. «Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione». La Passione di Yara è proprio questo. Lo capisci in un una sera bergamasca d’inizio autunno, incontrando quattro amici al bar. «In fondo, quando abbiamo cominciato, eravamo proprio quattro amici al bar». Fulvio sorride. La voce è pacata, il racconto coinvolgente. Fulvio di cognome fa Gambirasio. Sua moglie, Maura. Sono i genitori di Yara. Portano dentro di sé i segni di una tragedia spaventosa e solo loro sanno quanto pesi. Eppure. Eppure, parli con Fulvio che ha accanto Angelo e Corrado, due degli undici soci della Fondazione e Alfio, punto di riferimento del Curva Nord Atalanta e ti scopri ad ammirare il coraggio e la forza di un uomo che ha perso la figlia, rapita e barbaramente assassinata quando aveva tredici anni. Nel nome della figlia, ti dice: «L’amore è il motore della vita e la passione il suo carburante».

IL RAGAZZO DI SARDEGNA - Fulvio è un signore che disdegna la ribalta mediatica . L’intervista è più unica che rara. Si capisce. Fra sciacalli, avvoltoi e somari della verità, ne ha conosciuti di ogni tipo in questi anni. Nel 2015, quando si presentò sul palco della Festa della Dea per annunciare la nascita della Fondazione, scrissi un pezzo sul blog di corrieredellosport.it. «L’ho stampato e lo conservo ancora. Mi piace come il tuo giornale racconta lo sport. Lo sport è un veicolo formidabile di aggregazione sociale. Pensa ai ragazzi della Curva: li ho conosciuti, sono portatori di valori forti. E, prima di giudicare, tutti dovremmo ricordare che bisogna conoscere. La Passione di Yara nasce per aiutare chi ha l’amore per lo sport, qualunque esso sia; per la cultura, per l’arte, per la danza, per lo studio, ma non ha i mezzi. E allora scendiamo in campo noi. Adesso ti racconto la storia di un ragazzo di Sardegna. Il suo nome non ha importanza. E’ stata la prima partita che abbiamo vinto. Papà e mamma avevano perso il lavoro, il figlio è un vero talento del taekwondo e uno studente modello. Saltabeccando in Rete, ha scoperto chi siamo e l’ha scoperto anche la madre. Che ci ha inviato una mail, disperata perché le condizioni economiche della famiglia tarpavano le ali ai sogni del figlio: sia sportivi sia universitari. Maura ha letto la mail, il resto per noi è stato naturale: oggi questo ragazzo si è iscritto all’Università della Sapienza di Roma, facoltà di legge. Non so se vincerà l’oro alle Olimpiadi, so che la sua passione sta vincendo».

LA BALLERINA DI BASILEA - E poi c’è la storia della ragazza che da grande vuole fare la ballerina di danza classica. E’ così brava da superare i test d’ammissione alla Royal Academy of Dance di Londra (Rad). E’ questa, un’istituzione di fama mondiale: oltre 15 mila membri disseminati in 82 Paesi, 6.500 insegnanti. Ogni anno, 200 mila allievi si presentano alle selezioni. Oggi, la ragazza che da grande vuole fare la ballerina di danza classica studia a Basilea, grazie alla Passione di Yara. Ha scritto Sant’Agostino: «La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora....».

«NON SIAMO MAI SOLI». Ecco. Forse sono queste le parole utili per capire che cosa stiano facendo Fulvio e i suoi amici al bar, nel frattempo diventati undici e poi, fra volontari e simpatizzanti, cresciuti e moltiplicatisi: pronti ad organizzare il torneo di calcio dei Pulcini o il concerto di Natale o la settimana contro la violenza di genere, mentre i bikers ogni anno arrivano a centinaia con le loro moto per portare un fiore a Yara e Laura Arrighetti cura la comunicazione con meticolosa attenzione. Annota Fulvio: «Io e Maura abbiamo capito di non essere mai stati lasciati soli. Penso al rapporto nato con Giovanni Malagò. Il capo dello sport italiano ci è stato vicino sin dal primo momento, con affetto, discrezione, stima. E la Passione di Yara ha sposato subito. Gli dico grazie, ma non sarà mai abbastanza».

IL TERZO TEMPO CON I TIFOSI: LA CURVA NORD ATALANTA NON L’HA MAI DIMENTICATA
Con Marzorati e Mondonico, in campo anche l’Inter: l’ad Alessandro Antonello e l’allenatore della squadra Primavera campione d’Italia, Stefano Vecchi

BREMBATE DI SOPRA (Bergamo) - Sono migliaia. Si ritrovano dopo la partita con il Sassuolo, all’esterno dello stadio di Bergamo, per vivere il terzo tempo con La Passione di Yara. Ci sono anche Gianpaolo Bellini, Andrea Conti, Giulio Migliaccio, Cristian Raimondi; l’olimpionico di canoa Antonio Rossi, oggi assessore allo sport della Regone Lombardia; Emiliano Mondonico, Costantino Rocca, un grande del golf italiano. Aveva aderito Pierluigi Marzorati, totem del basket azzurro. E’ l’8 aprile scorso. L’iniziativa viene presa da Fulvio Gambirasio e dalla moglie Maura, insieme con l’Atalanta e con gli ultrà della Curva Nord che, durante l’incontro con i neroverdi, srotolano un gigantesco striscione per ricordare la ragazza di Brembate di Sopra. L’evento si tramuta in un abbraccio collettivo che commuove i suoi genitori. «State rendendo più completa la nostra nuova vita»: esordisce il papà di Yara, presentando la Fondazione e illustrandone le finalità. Il successo è entusiasmante e dimostra ancora una volta quanto sia giusta la strada imboccata dai genitori di Yara. Anche nei rapporti con la Curva Nord dell’Atalanta, spesso in prima fila nel campo della solidarietà sociale, demolendo sterotipi, luoghi comuni e criminalizzazioni che scaturiscono da chi giudica senza conoscere.

LA FESTA DELLA DEA - D’altronde, non era stato per caso, quella sera dell’11 luglio 2015, se Fulvio avesse scelto il grande raduno dei tifosi nerazzurri, parlando per la prima volta in pubblico quattro anni e mezzo dopo la tragedia, avendo sempre, sistematicamente, rifiutato qualunque invito dei talk show del dolore, della spettacolarizzazione dei sentimenti scaraventati nel tritacarne mediatico per catturare audience. E, prima di salire sul palco, davanti a diecimila tifosi che avrebbero ascoltato le sue parole in silenzio, salutandole poi con un’ovazione, Fulvio Gambirasio aveva lavorato con i volontari della Festa della Dea. «Non sono abituato a parlare in pubblico e, come avete visto, in questi anni, io e la mia famiglia siamo rimasti in silenzio. Ora lo rompiamo perché vogliamo aiutare adolescenti e giovani a realizzare i loro sogni incoraggiarli nelle loro fatiche, ad accompagnare il loro impegno. Non c’è modo più bello di ricordare la nostra Yara. L’associazione vuole essere un piccolo strumento per sostenere le passioni sportive, artistiche e culturali dei ragazzi. Stiamo sentendo tantissima energia e vicinanza, c’è qualcosa di incredibile che si sta muovendo. Grazie al contributo degli associati, molti ragazzi e molte ragazze potranno continuare a costruire il loro futuro attraverso il sacrificio quotidiano che sorregge una vera passione per la vita. La passione di Yara continuerà a vivere così».

EMILIANO - Strada facendo, Fulvio e Maura hanno scoperto di non essere mai stati soli. Hanno incontrato Emiliano Mondonico, che, dopo il terzo tempo di aprile, è diventato il testimonial del torneo di settembre riservato ai Pulcini, a Valbrembo (Bergamo) e vinto per la terza volta dall’Atalanta. Che, per volere dei Percassi, come i suoi tifosi si è ritrovata naturalmente a condividere La Passione di Yara. A Valbrembo, c’era anche l’Inter che, dai tempi dell’Inter Campus di morattiana concezione, continua a sviluppare progetti di grande interesse a livello giovanile, in Italia e all’estero. Molto significativa la presenza di Alessandro Antonello, l’amministratore delegato del club di Zhang; di Stefano Vecchi, allenatore della Primavera; di Alberto Bassani, responsabile dei progetti sociali. La Passione di Yara è contagiosa.


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