Cassano: «In Italia poco spazio ai giovani talenti»

L'attaccante barese: «Moduli e schemi non sono prioritari: il fantastista fa vincere le partite»
Cassano: «In Italia poco spazio ai giovani talenti»© ANSA
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ROMA - «La fantasia l'hanno uccisa quegli allenatori che pensano che il modulo e gli schemi siano sempre prioritari. Il fantasista mette un po' in ombra l'allenatore e i compagni. È normale che indirettamente crea dei problemi all'allenatore e ai compagni, anche perché corre di meno. Ma in genere il fantasista ti fa vincere le partite. Nell'Italia di Sacchi è stato decisivo più volte Baggio. Lo stesso discorso vale per il Milan di Ancelotti, nel quale i giocatori di fantasia sono più volte risultati decisivi».

IL FANTASISTA CHE NON C'È - Antonio Cassano, ai microfoni di RaiSport, a proposito dell'estinzione del ruolo di fantasista: «I calciatori di strada, come il sottoscritto o come è stato Totti, non ci sono più. Tutti i giovani di oggi, fra videogiochi e altre distrazioni, vivono il calcio solo come un hobby; noi invece lo praticavamo con passione e sudore sulla strada, sbucciandoci le ginocchia giorno dopo giorno. La qualità del calcio italiano è in netto calo. Nelle interviste varie Ventura dice che stanno venendo fuori le giovani leve ma non e' così. Le giovani leve ineressanti le vedo in Spagna, in Brasile ma non qui da noi», ha aggiunto Cassano. «Agli allenatori che affermano che le loro squadre non possono permettersi di giocare col fantasista dovrebbero levare il patentino. I giocatori con talento non possono mai essere un problema. Pensiamo a Guardiola: il suo City gioca con due terzini fluidificanti nei quattro di difesa, con un solo mediano in mezzo e poi schiera ben cinque giocatori offensivi da centrocampo in avanti». 

GIOVANI LEVE - «In questi ultimi anni pochissima gente in Italia si è applicata con passione ai giovani calciatori. Bisogna investire di più nei settori giovanili: servono strutture adeguate per far allenare e crescere i nostri giovani», ha proseguito Cassano. «Io potevo fare ben altre cose in carriera. Pur con le mie problematiche, con la mia scarsa voglia di allenarmi e con la mia non corretta alimentazione, ho giocato in squadre importantissime. Se avessi avuto la testa di oggi venti anni fa, però, avrei giocato ad altri livelli, forse su Marte, al fianco di Messi, Ronaldo e di pochi altri». (in collaborazione con ITALPRESS)


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