Napoli, la sindrome di Sergio Ramos

Così come col Real alcuni mesi fa, il Napoli esce dalla doppia sfida col City con la consapevolezza di aver affrontato un avversario più ricco e attrezzato senza tuttavia denunciare l’inferiorità
Napoli, la sindrome di Sergio Ramos© Getty Images
Ivan Zazzaroni
2 min

ROMA - Così come col Real alcuni mesi fa, il Napoli esce dalla doppia sfida col City con la consapevolezza di aver affrontato un avversario più ricco e attrezzato senza tuttavia denunciare l’inferiorità. Film già visto: interpretazione molto convincente a terra, disastrosa in cielo. I soliti angoli, i centimetri in meno, i rischi aerei della zona. Sarri li voleva impaurire, i fenomeni del momento, e li ha impauriti. Venticinque minuti, i primi, da mandare a memoria: questa volta se li è fatti tutti lui, e Guardiola li ha subiti. Quasi una vendetta.

Venticinque minuti di calcio eccitante, hot, con tanto di orgasmo procurato al pubblico dal gol di coppia: Insigne-Mertens-Insigne, purissima geometria. In quella frazioncina il gioco seducente s’è esaltato nei recuperi di Allan e Jorginho, perfetti, puntuali, quasi brutali; nel palleggio rapido e preciso elaborato da Hamsik, Insigne (per lui anche una traversa) e Ghoulam, il migliore in campo a Manchester, la cui uscita per infortunio (dentro Maggio) ha costretto la squadra a cambiare percorsi e ritmi: la fonte di sinistra, la principale, talvolta l’unica, si è a lungo esaurita. Il City si è potuto accendere solo dopo la mezz’ora, è uscito dal blocco, ha trovato il pari con Otamendi e, nella ripresa, il vantaggio con Stones, sempre di testa - remembering Sergio Ramos. Il Napoli ha comunque avuto la forza di recuperare il risultato su rigore. Prima di essere punito definitivamente. Stavolta in contropiede.


© RIPRODUZIONE RISERVATA