Pecoraro si faccia una domanda e si dia una risposta

Sono straconvinto che Pecoraro sia un professionista capace e perbene: ma ha toppato di brutto; da altre parti gli verrebbe chiesto di lasciare l’incarico nel giro di 24 ore
Pecoraro si faccia una domanda e si dia una risposta
Ivan Zazzaroni
3 min

ROMA - Vorrei vivere in un Paese in cui anche il procuratore federale, non uno qualsiasi, possa andare da Marzullo ben oltre la mezzanotte e confessare la propria fede calcistica senza per questo dover essere impalato.

Vorrei respirare l’ossigeno del pallone, non il suo veleno. Vorrei poter seguire la corsa a due per lo scudetto senza che nessuno - per alimentare pregiudizi idioti – si debba chiedere da che parte sto o per quale squadra tifo: nel Paese che sogno un giornalista a posto come chi scrive non si lascia condizionare da niente e nessuno.

Ma vivo in Italia, e in Italia tutto questo non è possibile. 

Proprio nel giorno in cui un ministro britannico, Lord Bates, rassegna le dimissioni (respinte) per essere arrivato con due minuti di ritardo in aula e non aver potuto così rispondere alla prima interrogazione dell’opposizione (“mi vergogno di non essere stato al mio posto”), il procuratore Pecoraro, napoletano, finisce al centro di un caso non solo mediatico per aver ammesso in tv il proprio amore per il Napoli: “Lo scudetto al Napoli?” il coming out accompagnato da un sorriso. “Noi napoletani ce lo auguriamo, come penso lei - Marzullo - che è avellinese. Ma deve meritarlo”.

La persona che per ruolo “avvia l’azione disciplinare e svolge le funzioni requirenti davanti agli organi della giustizia sportiva, partecipa ai procedimenti conseguenti alla riservata segnalazione con esclusione del giudizio innanzi ai Giudici sportivi”; insomma, chi nel calcio sostiene l’accusa e richiede le condanne; chi negli ultimi mesi ha “maneggiato” il caso Agnelli-infiltrazioni mafiose, non può concedersi certe libertà. E non solo in Italia.

Sono straconvinto che Pecoraro sia un professionista capace e perbene: ma ha toppato di brutto; da altre parti gli verrebbe chiesto di lasciare l’incarico nel giro di 24 ore.

Il calcio non perdona, il tifo non perdona, il clima già pesantissimo non perdona: il pregiudizio copre tutto, specie se sostenuto da un’uscita apparentemente innocente ma esplosiva.

Vi faccio una domanda: se Pecoraro avesse confessato “amore per la Juve e la speranza del settimo scudetto” avrebbe ottenuto lo stesso effetto?

Datevi la risposta.

ECCO LA FRASE DI PECORARO


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