Lo sfogo di Allegri: Troppa teoria nel calcio, noi miglior difesa e 90 gol

Il tecnico subito dopo la conquista del suo quarto titolo consecutivo, il settimo bianconero: «A Firenze l'anno scorso ho cambiato altrimenti avremmo perso il campionato, quest'anno avevamo bisogno di un centrocampista in più»
Lo sfogo di Allegri: Troppa teoria nel calcio, noi miglior difesa e 90 gol© ANSA
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ROMA - «E’ giusto che i ragazzi festeggino. Sono contento che i ragazzi abbiano chiuso il campionato così abbiamo una settimana in più di vacanza. Dobbiamo fare i complimenti al Napoli che ha tenuto testa a una grande Juventus. Difficilmente ricapiteranno quattro anni così, faccio i complimenti a tutti quelli che lavorano per la Juve e ai tifosi: i meriti sono però per la maggior parte dei ragazzi. Con una squadra del genere e con questi uomini e questi giocatori è più facile arrivare all’obiettivo ma vincere non è mai semplice. Dopo la vittoria della Coppa Italia la squadra dopo un primo tempo difficile ha ripreso in mano la gara. In mezzo a questo gruppo ci sono giocatori che li hanno vinti tutti e sette e che sabato si meritano una passerella davanti ai tifosi: vogliamo festeggiare tutti insieme perché è giusto così». Così Massimiliano Allegri commenta lo scudetto appena vinto grazie al punto ottenuto all'Olimpico contro la Roma.  

«Il più grande merito della squadra è stato quello di aver mantenuto sempre la calma perché nel calcio le cose cambiano in un attimo. Bisogna fare un passo alla volta senza farti prendere dall’entusiasmo quando le cose vanno bene e non bisogna smettere di lavorare nei momenti difficili. Bisogna lavorare bene a livello psicologico perché con gli sbalzi d’umore non si vince. Dove si trovano nuove motivazioni dopo quattro anni di vittorie? Ora non sono ancora lucido per rispondere bene a questa domanda - continua il tecnico a Mediaset Premium - Ma alla Juve le motivazioni le trovi sempre, poi sicuramente l’anno prossimo ci saranno giocatori che arriveranno e altri che se ne andranno. Ci sono le motivazioni di arrivare a nuove vittorie e poi devi darti degli obiettivi personali all’interno del gruppo».

BUFFON? NON SO SE E' L'ULTIMA - «Un voto al migliore della stagione? Dire un nome adesso non avrebbe senso ma sono contento per Pinsoglio che è arrivato dopo due annate difficili tra Livorno e Latina. Si è calato nel gruppo con grande voglia e sono contento per lui e se lo merita. Un voto alla mia stagione? Già a scuola facevo fatica a prendere i voti e non me lo do. Douglas Costa? E’ un giocatore che spacca in due le partite, oggi mi ha fatto arrabbiare perché sembrava al circo. Buffon? E' un giocatore straordinario. Non so se sarà l’ultima, lo deciderà lui insieme al presidente. Ho allenato un grandissimo uomo e un campione straordinario sotto tutti i punti di vista», conclude.

A NAPOLI E A MILANO COL CUORE - «Ho una squadra importante e giocatori bravi, che sanno passarsi la palla tra di loro. La società ha sostenuto me e i ragazzi nei momenti difficili. L'equilibrio fa la differenza. A Napoli eravamo a -4, rischiavamo il -7, i ragazzi hanno fatto una gara giusta e tosta, come dopo il ko interno con il Napoli. Abbiamo ripreso il cammino giusto, consci che il Napoli non avrebbe mollato. Facciamo i complimenti al Napoli, hanno fatto il record di punti, ma vinciamo noi. Inter-Juve? Ho giocatori che hanno cuore, senza di quello non vinci. Ci vuole fortuna, ma quella la devi cercare. Nel calcio di oggi - commenta l'allenatore a Sky - ci sono differenze, non c'è più il retropassaggio con le mani, prima negli ultimi 10 minuti non si giocava più, ora succede di tutto. I ragazzi sono stati bravi portando palla avanti. L'Inter in 10 ha fatto 20 minuti pazzeschi pressando, ma siamo stati bravi. Ringrazio il gruppo storico, da quando sono arrivato mi hanno accompagnato in queste vittorie. Sabato potranno fare la passerella davanti ai tifosi, 7 Scudetti sono irripetibili. Il primo anno mi hanno accolto nel migliore dei modi, ora qualcuno è partito».

NEL CALCIO TROPPA TEORIA - «Ogni anno è diverso dal precedente. L'anno scorso ho inserito tutti i giocatori tecnici, non potevamo giocare più in un certo modo, avremmo perso il titolo. Si sono responsabilizzati e siamo arrivati in fondo a tutto. Quest'anno non si poteva ripercorrere quell'onda lunga, bisognava rimettersi in discussione, la competizione tra loro è leale. Qualcuno poteva sedersi, abbiamo lavorato anche punzecchiando qualcuno. Il giocar bene o il giocar male è relativo e soggettivo. Abbiamo fatto quasi 90 gol, siamo la miglior difesa. Non riesco a spiegare alcuni concetti a voi, io dico che il calcio è ridotto a troppa teoria. I vecchi allenatori sono stati messi da parte ma mi hanno insegnato così. I ragazzi giovani vengono allevati come polli d'allevamento, tutti precisi e senza estro. Non è così, a volte giochi bene a volte male. Se la partita si incanala in un certo modo non è che faccio l'esteta per accontentare la gente, perchè non l'accontento. Se bisogna giocare in un certo modo per vincere lo si fa. Dentro hai sensazioni diverse da fuori, sulle giocate di un giocatore, sulle sensazioni. Ci son troppe sfumature che hanno poco senso sul giocare bene o male. Sicuramente c'è chi ha giocato meglio di noi, ma conta il risultato. Da Coverciano mi è rimasta impressa una cosa: per andare da una parte o vai dritto o fai curve, ma conta arrivare di là. A volte devi usare altre sfaccettature. C'è troppa teoria. Quanti universitari escono con 110 studiando a memoria? Io son legato a concetti vecchi, il calcio è cambiato, il resto son chiacchiere. L'unica cosa che è cambiata è il retropassaggio, quando ero all'Ardenza da bambino uscivo a 15 dalla fine perchè le gare erano finite. La mia idea è questa, giusta o sbagliata che sia. Mi spiace non per i grandi, anche a me piace il gesto tecnico, mi spiace per i bambini che vengono allevati così. Mi fermo che mi prendono per matto. L'anno scorso, fino a gennaio, abbiamo giocato non male, peggio. Eravamo a +7, perdiamo a Firenze e ho cambiato, più di così non potevamo fare così. Ho dato nuovi stimoli. Giocavamo più chiusi e ripartendo. Il secondo anno giocavamo con il 3-5-2, Lichtsteiner e Alex Sandro, 25 vittorie su 26, facevamo due tiri e non subivamo mai. Ogni anno cambia, dipende dal momento. Devo arrivare al risultato. Quest'anno siamo partiti giocando male. Giocavamo male e subivamo molti gol, con i rigori sbagliati con Atalanta e Lazio. Per vincere il campionato devi essere granitico. Ho dovuto trovare equilibri diversi, con un centrocampista in più. Poi c'erano gare da spaccare e tornavamo al 4-2-3-1. Ognuno la vede a modo suo. Resto? Se non mi mandan via...Devo parlare con la società, vediamo», conclude.


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