Ventura: «La sofferenza che ho dentro resterà per sempre»

L'ex ct azzurro: «Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio italiano e di questo sono dispiaciuto, perché ci ho creduto»
Ventura: «La sofferenza che ho dentro resterà per sempre»
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ROMA - «Sono diventato il capro espiatorio di tutti i mali del calcio italiano e di questo sono dispiaciuto, perché ci ho creduto». L'ex ct della Nazionale azzurra Giampiero Ventura ha rotto il suo lungo silenzio e, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha parlato della sua più grossa delusione professionale, ovvero la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia dopo la sconfitta ai playoff contro la Svezia. «Dopo la Spagna c'è stata una violenza inaudita nei miei confronti, tutti hanno chiesto le dimissioni e c'è stata una delegittimazione esterna e interna, in Federazione. Ho sbagliato a non dimettermi subito dopo Madrid, l'ho fatto dopo la Macedonia ma le mie dimissioni sono state respinte», ha proseguito il tecnico. «La sofferenza che ho dentro di me non passerà mai e me la porterò sempre con me, è una sofferenza atroce».

Ventura è andato più nel dettaglio per chiarire il momento più caldo della sua gestione, quello dopo il ko contro la Spagna: «Viste come sono andate le cose vedrò i Mondiali da casa mia, magari vedrò solo la parte finale così soffrirò di meno. Tutto si è rotto a Madrid: abbiamo perso con la Spagna perché era più forte di noi, volevamo provare a vincerla per arrivare primi nel girone. Dopo la partita c'è stata una violenza inaudita contro di me, volevano le mie dimissioni nonostante quella era stata la mia prima sconfitta in gare ufficiali. Volevo andare via prima e invece mi sono ritrovato in panchina contro la Svezia, con una pressione enorme addosso. Non mi sono dimesso dopo la gara di Milano perché altrimenti avrei ammesso di essere l'unico responsabile di quella sconfitta, invece non era così perché le colpe erano anche di altri. Sono andato da solo in sala stampa al termine del match di 'San Siro', ci ho messo la faccia e sono diventato il capro espiatorio di un sistema che non funzionava. Avevo già programmato una conferenza stampa per annunciare la mia decisione di rinunciare ad andare al Mondiale in caso di qualificazione. Era impossibile per me lavorare in quelle condizioni: chiunque fosse arrivato avrebbe avuto l'opportunità di svolgere un lavoro migliore», ha detto Ventura che ha concluso facendo un «grosso in bocca al lupo a Roberto Mancini per la nuova avventura: spero che sia messo nelle condizioni migliori per poter lavorare. Personalmente ho più che mai voglia di allenare, di rimettermi in gioco per dare delle risposte sul campo. Mi auguro possa succedere presto».


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