Da Pippo a Pipita: un Jack Sparrow per ritrovare la 9

Riuscirà l'attaccante argentino a battere la maledizione della maglia numero 9?
Da Pippo a Pipita: un Jack Sparrow per ritrovare la 9© LAPRESSE
Roberto Perrone
4 min

ROMA - Riuscirà Gonzalo “Jack Sparrow” Higuain a battere la maledizione della maglia numero 9? Secondo la leggenda, venne lanciata da Filippo Inzaghi il 13 maggio 2012 quando l’ultimo grande vero nueve rossonero collezionò la sua presenza numero 300 con il gol numero 126, lasciando la maglia nello spogliatoio. Due giorni prima aveva annunciato il suo ritiro. Come per tutte le leggende non esistono prove, ma solo effetti. Nessuno ha sentito Super Pippo pronunciare la maledizione ma questa esiste. Da allora chi si è infilato la maglia numero 9, più che a pallone ha giocato a “ciapanò”. Anche gli attaccanti milanisti con altri numeri, a parte Zlatan Ibrahimovic e per brevi periodi Mario Balotelli e Carlos Bacca, non è che abbiamo ribaltato gli stadi. Il promettente Patrick Cutrone è ancora promettente e in Italia si investe in certezze o presunte tali. Sembra quasi che la maglia abbia trattenuto lo spirito di Pippo il solista del gol, rifiutandosi di far posto ad altri. Di avvicinabili a Inzaghi, in giro, forse c’è solo l’interista Mauro Icardi. Ormai gli allenatori non amano più i predatori, quelli che aspettano acquattati dietro un cespuglio della savana o nascosti sull’ultima zolla prima del fuorigioco. Ora adorano i duttili, quelli che “fanno salire la squadra”, quelli che, all’occorrenza, “tornano” o “lavorano per il gruppo”. Pippo è stato un grande, meraviglioso solista-egoista, di quelli che vedono solo la rete. Il manifesto del suo pensiero unico è Venezia-Juventus 0-4 del campionato 1999-2000. Inzaghi segna una tripletta e in almeno due occasioni Del Piero è piazzato meglio, ma Pippo preferisce far tutto da solo. Ha sempre mal sopportato la presenza di un altro attaccante prolifico accanto a lui.

Soffriva Shevchenko e, quando la stampa esaltava il numero 7 venuto dall’Ucraina, telefonava ai giornalisti per lamentarsi. Anche perché, a differenza della stragrande maggioranza dei colleghi, i giornali li ha sempre letti. In ogni caso la sua eredità è un forziere maledetto, difficile da aprire. Non ci riesce Pato, il primo (2012-2013) a sfidare la maglia numero nove: 4 presenze e zero gol, anche per una serie iellata di infortuni. Alessandro Matri, nove di ritorno (2013-2014), di gol ne fa 1 in 14 presenze. Un golletto con la maglia maledetta lo segna anche Fernando Torres l’anno successivo, ma di sicuro al Milan pensavano che l’apporto dell’ex Niño sarebbe stato più intenso. Dura sei mesi, come Mattia Destro che ottiene la maglia dallo spagnolo per la seconda parte della stagione 2014/15 e di gol ne infila tre. Luiz Adriano migliora leggermente (quattro gol), rimanendo per tutto l’anno sociale 2015-2016. Il brasiliano è l’unico a rendersi conto della maledizione, infatti l’estate successiva si piglia la numero 7, mollata da Menez. Ma più che di un altro numero avrebbe bisogno di un esorcismo. Infatti resta a secco e nel gennaio 2017 viene ceduto. Nel frattempo il numero 9 è finito a Gianluca Lapadula che ha trascinato il Pescara in Serie A: 27 gol (più tre nei playoff) senza rigori. È il miglior interprete dai tempi di Inzaghi con 8 reti. Troppo poche per garantirgli la riconferma.

L’ultimo a indossare la maglia maledetta è il nazionale portoghese André Silva, che si scatena in Europa League (8) ma langue in campionato (2). Da Pippo al Pipita, in 138 partite, i sette numeri 9 del Milan hanno segnato 31 gol. Higuain, nello stesso periodo, da solo è arrivato a 164. Diciassette anni dopo il passaggio di Pippo, dalla Juventus arriva il Pipita. La maledizione è lì, attende un Jack Sparrow in grado di annullarla.


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