Salvini: «I club devono pagare gli agenti per la sicurezza»

Il Ministro degli Interni: «Ogni giornata di campionato di calcio ne impegna 15.000: le società spendono miliardi per i calciatori, si devono occupare anche di questo»
Salvini: «I club devono pagare gli agenti per la sicurezza»© LAPRESSE
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ROMA - Matteo Salvini è intervenuto su Rai Radio 2, nel corso del format I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Nel corso dell'intervista il Ministro degli Interni ha parlato di calcio e della sua passione per il Milan, anticipando anche una notizia: «Sto lavorando affinché i club paghino di tasca propria i 15.000 agenti impegnati ogni domenica sul fronte sicurezza per le partite di calcio». «E' incredibile - ha spiegato - che ogni giornata di campionato impegni circa 15.000 uomini delle forze dell'ordine, pagati dai cittadini italiani con le loro tasse. Sto lavorando affinché paghino le società di calcio. Spendono miliardi per i calciatori, si devono occupare anche della sicurezza». 

MANCHESTER - Salvini ha ricordato la notte più emozionante della sua vita: «I miei figli sono nati di giorno. Se devo parlare di cose meno serie, da super tifoso del Milan non dimenticherò mai la notte di Manchester. Maggio 2003, mio figlio era nato da un mese, dissi a mia moglie che forse era sbagliato farlo perché ero un novello papà, ma che avrei preso un aereo e sarei andato a vedere la finale di Champions, perché forse un Milan-Juve così non l'avrei più rivisto nel resto dei miei giorni. Vincere in finale con la Juve con gol di Sheva fu indimenticabile. Mi ricordo l'arrivo a Milano, di prima mattina, con la gente che andava in ufficio mentre io giravo con la maglietta del Milan».

IL PRESENTE E IL MONZA - Salvini si è soffermato anche sull'attuale situazione del club rossonero: «La Juve è avanti anni luce, siamo meglio dell'anno scorso, avevamo dei proprietari inglesi più o meno ignoti». E sull'interesse di Berlusconi per il Monza ha svelato: «Quando il Milan giocherà fuori casa vedrò il Monza. Tanto è comodo per me...».

 

 

 


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