Avellino al TAR per la B. Verdetto in mattinata: dentro o fuori

Acceso dibattimento dinanzi alla Prima Sezione ter presieduta dal giudice Ivo Correale. Il club irpino rimane aggrappato al Comunicato Nº 59 e alla “disparità di trattamento" in merito all'esclusione dal campionato a causa della polizza fidejussoria rumena Onix Asigurari bocciata dalla Covisoc. Non così per Lecce e Palermo che hanno avuto 29 giorni di tempo per sanare le loro posizioni e sostituire la famosa Finworld. Ieri lo ha fatto il club salentino presentando in Lega la fidejussione rilasciata da Reale Mutua
Avellino al TAR per la B. Verdetto in mattinata: dentro o fuori© LaPresse
di Tullio Calzone
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La notte più lunga per l’Avellino di Walter Taccone. Espulso dalla Serie B per un’unica inadempienza amministrativa, dopo una ricapitalizzazione di circa 5 milioni di euro, e bocciato dal Collegio di Garanzia del Coni a fine luglio con una sentenza “criptica” della corte presieduta dall’ex ministro Franco Frattini, il club irpino resta aggrappato al Comunicato ufficiale Nº 59, emanato lo scorso 30 agosto dalla FIGC. L’intervento del Commissario straordinario Roberto Fabbricini è stato finalizzato a sanare il vulnus creatosi attorno alla normativa sulle iscrizioni. In particolar modo per quanto riguarda due club di B e 10 di C che hanno presentato la famosa Finworld, una fidejussione poi bocciata dal Consiglio di Stato prima che la Covisoc determinasse il rilascio delle licenze nazionali da parte della Federcalcio. Non così è avvenuto per l’Avellino a cui il torneo cadetto è stato precluso a causa della polizza rumena Onix Asigurari priva di rating. 

QUESITO LETALE. L’Avellino è difeso da Lorenzo Lentini, Eduardo Chiacchio, Giampaolo Calò, Italo Rocco e Franco Vigilante, la Figc da Letizia Mazzarelli e Luigi Medugno, il Coni dal prof Giulio Napolitano e la Lega B dall’avvocato Presutti. Il quesito che i legali di Walter Taccone hanno posto con forza ieri mattina ai giudici del TAR Lazio davanti alla Prima Sezione ter, presieduta da Ivo Correale, è stato il seguente: perché questa evidente disparità di trattamento? A confortare le tesi del patron irpino, non solo c’è una palese violazione della “par condicio”, ma anche il fatto che alle società inadempienti, tra cui Palermo e Lecce in B, è stato consentito di mettersi in regola entro i successivi 29 giorni (il club salentino lo ha fatto ieri con Reale Mutua) da quel 30 agosto, stabilendo che la sanzione per chi avesse violato questo termine sarebbe stata di una penalizzazione di 8 punti in classifica nel campionato in corso. Che si è aperto il 24 agosto e che è stato confermato con il format a 19 dal Collegio di Garanzia dopo aver dichiarato inammissibili i ricorsi per i mancati ripescaggi di Novara, Catania, Siena, Ternana, Pro Vercelli ed Entella, società attese a fine mese al TFN per nuovi giudizi endofederali.

VIA D’USCITA. Dunque è proprio dal Comunicato Nº 59 che potrebbero aver tratto forza le tesi difensive della società biancoverde che ha minacciato azioni risarcitorie plurimilionarie, velleità poi sopitesi dinanzi alla possibilità di essere riammessa dal TAR in B. Il dibattimento di ieri mattina davanti ai giudici amministrativi di via Flaminia Vecchia a Roma, oltre a essere stato accesso e intenso, ha riguardato altri profili civilistici che sarebbero stati violati a parere dei difensori del club campano. I quali hanno messo in evidenza il fatto che la “mancanza di rating” - per la fidejussione Onix - sarebbe un elemento secondario rispetto al “criterio di solvibilità” previsto dalle norme europee. Battaglia anche per quanto riguarda le regole sulla perentorietà dei termini che l’Avellino, secondo il pronunciamento di Frattini del 31 luglio, non ha impugnato tempestivamente. In questo caso, la via d’uscita potrebbe essere la “carenza di interesse”, elemento emerso solo dopo l’esclusione della Covisoc del 12 luglio. Verdetto in mattinata.


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