Cori razzisti, la svolta di Gravina: «Pronti a sospendere le gare»

Tolleranza zero dal presidente federale e da Nicchi, numero uno dell'Aia: «Applicheremo le regole in maniera rigida». Stretta anche contro la violenza sugli arbitri, con una squalifica minima di un anno, e sull'ammissione ai campionati dei club non in regola con i pagamenti
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ROMA - Tolleranza zero nei confronti della violenza e della discriminazione. Il calcio italiano è pronto a una svolta e sarà prevista una sanzione di un minimo di un anno di squalifica per i responsabili di episodi di «condotta violenta» nei confronti dei direttori di gara: è quanto stabilito dal Consiglio della Figc che ha delegato il presidente Gabriele Gravina, d'intesa con i vicepresidenti Sibilia e Miccichè, a scrivere un nuovo comma dell'articolo 19 del codice di giustizia sportiva che prevede tale introduzione, tenendo conto anche delle norme sulla stessa materia in vigore negli organismi internazionali (Fifa e Uefa) e nelle altre federazioni. Nel mirino dei dirigenti federali anche i cori discriminatori per i quali Carlo Ancelotti, tecnico del Napoli, ha chiesto qualche giorno fa misure drastiche come la sospensione della partita. «I cori discriminatori? Ci sarà l'esatta applicazione di quanto prevedono le norme - ha detto a tal proposito lo stesso Gravina -. Ho parlato sabato sera con il presidente Aia Nicchi e il designatore di A Rizzoli invitandoli all'applicazione rigida del protocollo previsto. Le norme sono chiare: c'è il primo annuncio, nel secondo si riuniscono le squadre a centrocampo. Se si continua si va nello spogliatoio e poi si annuncia la sospensione. Poi non è facile far uscire migliaia di persone dallo stadio: dopo lo stop il problema è del funzionario di pubblica sicurezza». Dei cori razzisti ha parlato anche Nicchi, numero uno dell'Aia: «Ha parlato benissimo Rizzoli (designatore della Can A, ndr), la norma c'è ed è chiara. Oggi si è parlato anche dei cori, ma qui il punto è che non bisogna limitarsi a fare nuove norme o inasprire quelle esistenti. Bisogna applicarle, cosa più difficoltosa». Sul punto, era intervenuto infatti anche Rizzoli, invocando tolleranza zero. «Sull'applicazione delle norme in Italia ci sarebbero parecchie considerazioni da fare - ha aggiunto Nicchi al termine del consiglio federale della Figc - perché molte volte le cose succedono anche perché non si applicano le norme»

LO SCONTRO CONI-GOVERNO - Tornando a Gravina, il nuovo numero uno del calcio italiano ha poi affrontato il tema caldo degli ultimi giorni, ovvero i contrasti tra il Coni e il governo che vuole riformare lo Sport italiano, secondo molti limitandone l'autonomia: «Abbiamo chiesto al presidente del Coni, Giovanni Malagò, di non entrare in rotta di collisione con il governo ma di entrare in un rapporto di massima collaborazione per un rilancio di una politica a tutela dello sport italiano - ha detto Gravina riferendosi alla norma inserita in Finanziaria che prevede un riassetto del Comitato olimpico nazionale -. Il primo impatto della riforma? È stato molto positivo, abbiamo avuto conferma di tutta la parte prevista per la Federcalcio. Non so se è stato un effetto diretto o indiretto», ha aggiunto il presidente federale riferendosi ai contributi alle federazioni stabiliti dall'ultima giunta del Coni che ha lasciato invariati i soldi da destinare alla Federcalcio, circa 30 milioni di euro. «Ringrazio la sensibilità della Giunta del Coni - ha concluso il presidente della Figc - nel riconoscimento della nostra dignità come federazione. Per quanto riguarda il rapporto tra governo e Coni per noi non impatterà sotto il profilo economico e finanziario, il tema è quello del confronto tra governo e Coni».

I CLUB IN DIFFICOLTÀ - Un altro tema toccato è quello dei club in difficoltà economica, che spesso falliscono a fine stagione con conseguenze pesante sui format dei campionati come è successo quest'anno con la Serie B, passata da 22 a 19 squadre nonostante i ricorsi di diversi club che chiedevano il ripescaggio. Per le società che non pagano gli stipendi per due scadenze consecutive scatterà l'esclusione dal campionato. È questa una delle novità riguardanti le linee guida relative all'iscrizione ai campionati della stagione 2019/20. A stabilirlo è stato il consiglio federale della Figc andato in scena oggi, tra le cui decisioni proposte figura anche la nuova tempistica stringente sull'ammissione ai campionati professionistici: documentazione da presentare in via perentoria entro il 24 giugno e non più entro il 30, comunicazione dell'esito dell'istruttoria da parte delle commissioni il 4 luglio, con la possibilità di fare ricorso entro l'8 luglio e la decisione finale sulle ammissioni perentoria il 12 luglio dal consiglio federale. «L'idea è che non ci sia più un'estate come quella scorsa. Ma pensare che una società possa non fallire è difficile», ha spiegato Gravina in conferenza stampa, annunciando che il testo definitivo sarà approvato il 18 dicembre al prossimo consiglio federale. L'obiettivo è quello di «garantire - recita la nota del Consiglio - il tempestivo avvio dei campionati professionistici anticipando i termini perentori di presentazione e valutazione degli adempimenti previsti». Dal 18 dicembre ci sarà anche una task force di professionisti a disposizione delle società per accompagnarle a un processo di informazione e adeguamento gestionale: «Non voglio insegnare nulla a società come Juve, Inter o Milan - ha chiarito Gravina - ma ci sono tante società che oggi hanno bisogno di essere aiutate».


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