Braglia contro tutti per il Cosenza

Intervista al tecnico dei silani alla vigilia della gara contro il Padova di Foscarini, altro veterano della Serie B. Braglia carica: «CAmpionato durissimo, e livellato verso l'alto. Guai a restare seduti
Braglia contro tutti per il Cosenza© LAPRESSE
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COSENZA - Il tipico toscanaccio, ironico e pungente quanto basta, un allenatore che va sempre al cuore del problema con i suoi pregi e difetti. Fronzoli e giri di parole non gli appartengono. E’ fatto così Piero Braglia, tecnico esperto e navigato, 64 anni il prossimo 10 gennaio. Che la scorsa stagione dopo l’esonero di Fontana ha accettato il Cosenza su segnalazione del ds Trinchera. Era convinto che qualcosa di buono la squadra potesse fare in campionato. Alla fine i fatti gli hanno dato ragione. E' tornato in cadetteria dopo l’ultima panchina con la Juve Stabia, roba di quattro anni fa. 

Che calcio ha trovato e quali le differenze, ammesso che ce ne siano? 

«C’è molta più qualità adesso trattandosi di un campionato livellato più in alto. Ora bisogna correre e fare punti, altrimenti con sei partite in meno diventa difficile per tutti». 

Quello attuale che tipo di campionato è secondo Braglia? 

«Un torneo ostico e duro, con ottime squadre e con qualità tecniche di un certo livello. Mi sembra più una A2 che una serie B. Palermo, Benevento e Verona, ad esempio, hanno nelle loro rose giocatori di qualità, e questo fa bene sia al calcio che allo spettacolo».

Chi arriverà fino in fondo per la lotta alla serie A? 

«Dico Palermo con le avversarie che sgomiteranno fino all’ultima di campionato. In primavera chi avrà più gamba potrà fare un pensierino al salto di categoria».

Col suo Cosenza ha incontrato Pescara, Palermo e Lecce. Rossoblù sconfitti con le ultime due, mentre col Pescara è arrivato un pareggio sui titoli di coda per il famoso “gol-non gol” di Crecco. Differenze tra le compagini? 

«Il Palermo ha una rosa fortissima con elementi che giocano all’estero nelle varie nazionali. Come ho già detto arriverà fino in fondo. Contro il Lecce abbiamo pagato i primi 25’ giocati male con due gol sul groppone per poi rimontare e perdere nel finale per una disattenzione. Col Pescara meritavamo di vincere per le occasioni create, al di là della bontà della rosa degli abruzzesi. Al Lecce riconosco una buona organizzazione di gioco, quadratura ed equilibrio in campo e buoni ricambi in panchina. Potrebbe essere la vera sorpresa di questa stagione».

Il Cosenza è invischiato nella lotta per non retrocedere. Lo sarà fino in fondo, o pensa di tirarsi fuori prima? 

«Spero di non arrivare con l’acqua alla gola al termine del torneo, ma centrare la permanenza con qualche giornata di anticipo. Mancano un po’ di punti in classifica per le prestazioni offerte. Del resto tutti conoscono le nostre aspettative di matricola, tornata in B dopo 15 anni. La salvezza e il lancio di qualche giovane sono i nostri obiettivi primari». 

Le piace il format a 19 squadre? 

«Di sicuro c’è meno spazio per recuperare e 18 punti in meno hanno un loro significato. La media salvezza si è abbassata ed occorreranno una quarantina di punti, mentre prima molti di più». 

Qual è stata fin qua la soddisfazione più grande della sua carriera? 

«Sono contento e soddisfatto per i miei 30 anni di calcio nel corso dei quali ho vinto tanto come a Pisa, con Juve Stabia, Catanzaro e Cosenza. Sono felice solo per questo. Doppiamente felice se porterò il Cosenza alla salvezza». 

 E la delusione più cocente? 

«Alessandria. Abbiamo dominato il campionato per poi buttarlo nelle ultime tre giornate, assurdo. Mi ha dato molto fastidio essere usciti dalla B in quel modo. Forse avremmo dovuto avere maggiore fiducia in noi stessi per tagliare il traguardo da primi della classe. Anch’io mi sento colpevole di quella situazione lasciata a metà».

Dei giocatori che ha allenato chi le regalato le soddisfazioni maggiori? 

«Quagliarella, Eder, Pavoletti, Mbakogu e pure Zaza, anche se quest’ultimo era giovane e giocava poco. Poi col tempo è maturato e si è messo a correre come un matto. Insieme a Pavoletti, Zaza in area di rigore resta il più forte in acrobazia. Anche Corona ho allenato, l'ex attaccante». 

 Cosa ha rappresentato per Braglia la vittoria dei play off della scorsa stagione col Cosenza? 

«Ho sempre pensato che con la qualità della rosa, una volta arrivati in zona play off, avremmo detto la nostra contro qualsiasi avversario. E’ stato un crescendo incredibile. Bravo il nostro ds Trinchera a portare nel mercato invernale un giocatore come Okereke che ci ha fatto fare il salto di qualità. Una promozione meritatissima nella quale nessuno credeva».

 E’ rimasto in B col Cosenza pur sapendo che la società avrebbe tenuto d’occhio principalmente il bilancio. La squadra andrà puntellata e cosa chiederà al presidente Guarascio nel mercato invernale?  

«Niente perché al mercato opererà il ds Trinchera. Al massimo darò qualche consiglio, nulla di più. Penso che alla fine il direttore qualcosa di buono farà». 

 Ha sempre parlato bene del pubblico di Cosenza. Potrebbe essere l’arma in più per centrare la salvezza? 

«Deve esserlo sicuramente. Se i tifosi dovessero abbandonare la squadra sarebbe la fine. Se siamo in B è anche merito loro ed insieme la difenderemo a denti stretti».

 Ha un sogno nel cassetto, Braglia? 

«Salvare il Cosenza, l'unica cosa che mi interessa. Punto. Sarebbe come vincere un campionato per la la seconda volta consecutiva». 

Buona fortuna mister Braglia!



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