Trajkovski dice tutto: Palermo in A, pensiero unico

Intervista esclusiva al centrocampista macedone tornato leader anche grazie alla nuova posizione assegnatagli da Stellone dietro le due punte: «Questa città mi è entata dentro al primo impatto. Il futuro? Conta solo la promozione in A»
Trajkovski dice tutto: Palermo in A, pensiero unico© LAPRESSE
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Aleksandar Trajkovski, talento puro quanto incostante, ha spezzato l'incantesimo del gol che, con Stellone, ancora gli mancava. Nove giornate di silenzio, un clamoroso errore sotto porta contro il Benevento, poi la magia di Padova. Genio ritrovato, il macedone. L'ultima perla era ormai datata: 22 settembre. Alla fantasia non si comanda. Trajkovski ne regala anche nell'attività calcistica, un giorno nella polvere l'altro sull'altare. Dilemma dell'identità per l'attaccante che, comunque, in stagione, ha trovato più continuità e concretezza. Con un'anima particolare. Prima c'erano i figli dei fiori; i mimi che comunicavano con il linguaggio dei movimenti. Oggi quei simboli, quelle figure sono rappresentati dai tatuaggi. Dal collo ai fianchi, Alex ha inciso la storia della sua vita, scritto l'antologia dei suoi pensieri. Il romanzo più intimo. La grande A sul petto è il suo autografo, quella sull'anulare esalta l'amore per Aleksandra, la moglie. Doppia A, stessa lettera. Un libro da leggere tutto d'un fiato. Ormai, sulla pelle, dopo la nascita di Matej, evidenziata sul polso, è rimasto solo un piccolo spazio. «Da riempire con una data indimenticabile e con un'altra A, quella della promozione».

Alex, è più complicato fare gol o sopportare le critiche?«Quando fai gol e si vince, tutti felici. Nel calcio è sempre stato così. Ma spesso non è facile vincere e neppure segnare. Alcune volte si sbaglia da un metro. Succede anche ai campioni».

Stellone dice che, con lui, si corre di più e si arriva sotto rete col fiato corto.«Stellone ha dettato i suoi ideali di gioco. Mi adeguo. Il gol è solo un mezzo per conquistare i tre punti».

Col Benevento  come ha fatto a non centrare la rete?

«Sarò il primo? Quando ho visto il pallone arrivare e la porta spalancata, ho pensato: ora tiro forte! Ero sicuro. Non posso neppure dire che il pallone sia rimbalzato male, credevo di metterla dentro. Poi ...».

 Lavorare di più per la squadra le pesa in qualche modo? «Non si vive di solo talento. Ci sono situazioni in cui devi metterti a disposizione dei compagni e momenti in cui posso contare sulla fantasia. Tutto nasce spontaneamente». 

 Nestorovski confessa che, 6 gol o 26, per lui è la stessa cosa. E’ così?«Non è una bugia. Dopo quanto successo a fine play off contro il Frosinone, siamo incaz ... Nesto cerca rivincita e serie A. Anch'io la penso allo stesso modo». 

Lei in nazionale è più famoso?

 «Ho debuttato a 17 anni, ho più presenze e più gol. Siamo sullo stesso piano, comunque. Una bella coppia. Nesto è il capitano del Palermo e ha il compito di guidarci».

 Come giudica le sue prestazioni rispetto agli altri anni?

 «Questa è la mia migliore stagione. Ho lavorato molto per la squadra e ora ho ripreso confidenza con il gol dopo quelli realizzati in nazionale. Mi auguro di continuare, è un periodo felice della mia carriera e sono contento. Il gol di Padova? Un'azione perfetta, ma in nazionale ne ho segnato uno più bello»..

 Tedino la impiegava da attaccante; Stellone la vuole ...

 «Dappertutto (sorride, ndr). Alcune volte anche da mediano o in difesa. Sono una prima o una seconda punta, faccio il trequartista, vado a sinistra o destra, se c'è da coprire non mi tiro indietro. Fisicamente sto bene e mi sacrifico come gli altri. Regista? Per ora no, mi sento ancora un attaccante».

 Un messaggio a Tedino e uno a Stellone.

«Anche con Tedino facevamo bene, poi la società ha deciso di cambiare. Dunque: "Un grande in bocca al lupo per la sua carriera". Con Stellone ho un buon rapporto, arrivano gol e vittorie. Una sola parola: "Grazie"».

 Dove si vede a 30 anni?

«Sono rosanero dal primo giorno. Da quando  ho visto questa città bellissima nella quale è nato anche mio figlio. Mai pensato di andare via almeno fino ad oggi, in estate può succedere di tutto, per ora sono concentrato solo sul Palermo e sulla promozione».

 Anche l'anno scorso il Palermo era in testa a metà torneo. Poi ... Che cosa è successo da ieri ad oggi?

«Abbiamo cambiato atteggiamento. Ci bastava un pareggio, siamo finiti fuori e in che modo! Quando perdi un'occasione così e di fronte a contrarietà e delusioni, fatale che monti la rabbia. Quest'anno non vogliamo perdere». 

 Via Coronado ecco Falletti. 

«Giocatori diversi, Falletti è completo, si muove bene, lavora per squadra, è veloce, tira fuori colpi importanti e poi segue ogni consiglio di Stellone».

La sorpresa di questa stagione?

«Sono contento per Rajkovic, dopo tanti infortuni, è tornato finalmente un difensore vero, di grandi qualità. Non dimentichiamo la sua statura europea, i titoli vinti. A volte la differenza sta nell'avere, o meno, fortuna. Siamo i migliori, andremo in A». 

 Da cosa prende queste certezze?

«Ha ragione, siamo i più forti della B. Anche in panchina. Stellone ha portato una mentalità vincente, siamo in testa alla classifica e in fuga e questo dà energie e sicurezza. Quando sei primo, viene facile migliorarti e capire che il sacrificio porta al successo finale».

 Ventinove punti, 4 gare da giocare,la prima col Livorno, per il titolo d'inverno. Stellone e la sua tabella parlano di 39 punti, cioè tre vittorie e un pareggio. Lei per cosa firmerebbe?

«E se ne vincessimo quattro? Sarebbe perfetto. Se continuiamo con questa convinzione, chi ci ferma?».

Che effetto, senza Zamparini e con nuovi dirigenti che non conosce? 

«Non abbiamo sentito nessuno, siamo consapevoli di quanto successo, fatti comunque che interessano la società. Noi continuiamo tranquilli, pensiamo al campo e al nostro obiettivo. La serie A è tutto. E non solo per noi».


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