Neri per caos

Un capitano dalla pelle scura per ogni squadra oggi in campo. La nostra proposta per replicare ai razzisti con la stessa moneta, una provocazione contro i provocatori
Neri per caos
Marco Evangelisti
2 min

Ululiamo anche noi, ululiamo tutti. Probabilmente alla luna, ma che cosa importa? Tanto qui i gesti simbolici vanno a un tanto la dozzina, e chi vuole fermare il campionato per un giorno e chi per cinque mesi, chi compra italiano e chi mangia solidale, chi brucia pupazzi e chi tutto sommato. Ululare non è solo simbolico. Colpisce al cuore. Anche al fegato e fa andare il sangue alla testa. C’è il nero che ruba il lavoro al calciatore italiano, ululiamogli contro. Ma ce l’abbiamo anche noi i neri in squadra. Sì, però quelli sono integrati. Ce l’hanno tutti, i neri in squadra. Dunque chi li offende, chi li sbeffeggia, non lo fa per razzismo. Questa è la tesi assolutoria. A guardare la faccenda da un’altra parte, supponiamo quella giusta, ci si accorge che invece è la forma di razzismo peggiore. Non solo divide il mondo in bianchi e neri, in toccati dalla grazia e segnati per sempre, ma si concede persino il diritto di assolvere, purificare, elevare al proprio sublime piano di idiozia. Allora, provocazione per provocazione, ululato per ululato: passiamo al livello superiore. L’occasione è oggi, quando si gioca tutti insieme. Non esattamente tutti allo stesso orario, non pretendiamo troppo da quest’epoca disordinata. Comunque tutti nello stesso giorno. Fine del girone di andata del campionato, volendo c’è anche la svolta emblematica. Facciamo capitano un giocatore nero. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, lo ha suggerito all’Inter e ha parlato di Asamoah. Si può andare oltre. Ogni squadra ci riuscirebbe, basta mettersi d’impegno. 


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