Il nuovo format di B, il "caso" Palermo e gli effetti del mercato

La Serie B è ricominciata subito con lo spavento di Lecce. Ma la visita di Beretta a Scavone in ospedale ha sottolineato che il calcio è anche amicizia, non solo competizione. Intanto il Consiglio Federale ha messo la parola fine alla disputa sugli assetti dei tornei e il mercato ha già riversato i propri effetti sul campionato, mentre il caso Palermo mobilita i tifosi rosanero e stimola Stellone, dopo Bari eroe ancora per caso!
Il nuovo format di B, il "caso" Palermo e gli effetti del mercato© LAPRESSE
di Tullio Calzone
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SCAVONE E BERETTA, AMICI PER SEMPRE - Archiviato il mercato e le paure per l’incidente a Scavone, il campionato è ricominciato riproponendo nuovi temi e vecchi quesiti. Ma dando anche risposte chiare. Intanto veder sorridere in ospedale il calciatore del Lecce accanto a Beretta, la mattina dopo la notte del grande spavento del Via del Mare, è un’immagine bella che sottolinea più di tante altre che il calcio è amicizia prima ancora che competizione e che la sicurezza di un solo protagonista è quella di tutti. E hanno fatto bene Lecce e Ascoli a sospendere l’anticipo, perché non sempre è vero che lo spettacolo deve continuare.

I NUOVI FORMAT - Partendo dalla consapevolezza che il calcio è di tutti, non s’è fermato, invece, il Consiglio Federale che ha messo la parola fine alle diatribe sui format e stabilito regole inderogabili che - si confida - eviteranno i rischi di nuove derive giudiziarie che hanno occupato la scorsa estate. L’appello del presidente federale Gravina a ragionare assieme nel interesse dell’intero movimento ha avuto gli effetti giusti e anche la battaglia sui ripescaggi di Balata ha posto altri paletti e regalato qualche soddisfazione a chi si è opposto alle famose “ricorrenti”, in certi casi non proprio memori del passato. D’altra parte non è un diritto universale restare tra i professionisti se non ne esistono le condizioni. Per dire basta ai fallimenti a raffica delle ultime annate occorreva iniziare da regole chiare. Basterà far rispettare quelle che ci sono.

L'EROE STELLONE E I TIFOSI - Non chiedono altro i tifosi. Soprattutto quelli che hanno visto eclissarsi in dolorosi fallimenti le proprie squadre. Già, i tifosi. Come quelli che hanno ricordato ai calciatori frastornati del Palermo che la maglia è una cosa seria. Anzi una fede e non c’è travaglio che tenga o che la possa macchiare. Nemmeno quello che sta vedendo Stellone combattere eroicamente (gli era già successo a Bari) mentre il club siciliano prova a mettere la parola fine al tramonto dell’era Zamparini con una nuova proprietà inglese che stenta ad affermarsi tra dubbi e misteri. Niente che possa giustificare omissioni in campo. La gara con il Foggia dopo le sconfitte contro Salernitana e Cremonese è, in questo senso, davvero una cartina di tornasole per Rispoli e compagni. Anche perché la promozione per i siciliani non è solo una questione di orgoglio e d’onore. Di orgoglio se n’è visto tanto ieri a Cosenza dove il sorprendente Cittadella candidato ai play off ha dovuto piegarsi dinanzi alla voglia di salvarsi di Braglia. S’è accontentato di un pari Castori, ridimensionando però le ambizioni di un Verona che Grosso deve quadrare dopo un mercato dispendioso e per ora inefficace. In questo senso si attendono verifiche a Pescara dove arriva un Brescia rampante e a Benevento dove a far gli esami a Bucchi c’è Zenga: due incroci verità!


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