L'allungo di Corini, il sorpasso di Pillon e l'occasione di Bucchi

I testacoda della 6ª di ritorno fanno registrare lo scatto del Brescia in vetta: + 4 sul Palermo fermo ai box e alle prese con il riassetto societario. Il Pescara sale al 3º posto facendo urlare Bisoli, mentre il Benevento si fa riprendere a Foggia da una magia di Kragl giocando, però, un'ora in superiorità numerica. Lecce travolto a Cittadella. In zona salvezza colpi di Cosenza (a Perugia) e del Carpi di Castori contro lo Spezia
L'allungo di Corini, il sorpasso di Pillon e l'occasione di Bucchi© LAPRESSE
di Tullio Calzone
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TESTACODA PERICOLOSI - Uscire indenni dai testacoda che proponeva la 6ª di ritorno è un segnale inequivocabile, anche se non tutti possono sorridere allo stesso modo. Va di lusso al Brescia contro uno spigoloso Crotone che mette in campo l’anima dopo aver tanto urlato contro il Pescara. Al Rigamonti, altra gara combattutissima, il muro eretto da Stroppa, senza tuttavia rinunciare a giocare, si sbriciola di fronte alla più amara delle autoreti a 10’ dal 90’. Poi il solito Donnarumma sigilla il match e Corini allunga a +4 sul Palermo, fermo ai box e alle prese con il crowdfunding che ha mobilitato l’intera città, aspettando il riassetto societario.

PILLON E LE URLA DI BISOLI - Sale anche Pillon con l’implacabile Mancuso che griffa una doppietta ma non evita le urla del Padova. Bisoli si vede negato un rigore e finisce prima del tempo sotto la doccia a smaltire la rabbia per l’impossibilità di rimontare una gara dominata dagli abruzzesi. L’affermazione sui veneti consente a Campagnaro e compagni di scavalcare il Benevento e di potersi presentare al “Ciro Vigorito” col vantaggio in classifica nel turno di martedì. Uno scontro diretto che aggiungerà altre tessere al puzzle di questo torneo complicatissimo.

ORGOGLIO FOGGIANO - Dove può capitare, esattamente come ieri a Bucchi, di non vincere una gara giocata per oltre un tempo in superiorità numerica e di essere riagguantato dalla forza di un Foggia che è andato ben oltre le proprie possibilità. Al guizzo di Coda ha risposto una diabolica punizione di Kragl che, come all’andata, buca la strega e sigla un pari d’oro facendo pentire, chissà, anche patron Vigorito, che la scorsa estate disse di no a un clamoroso (ed esosissimo) trasferimento in giallorosso. Ma se il Benevento è incapace di chiudere una gara da vincere e poi deve accontentarsi del punto e del 9º risultato utile di fila (Bucchi meglio di Baroni nell’anno della A), va peggio al Lecce che incappa nell’orgogliosa reazione del Cittadella.

LECCE TRAVOLTO - L’illusione del gol iniziale di La Mantia scatena la squadra di Venturato e, soprattutto, Moncini. Il giovane bomber si porta a casa il pallone della sua prima tripletta in B e costringe Liverani a riflettere: come è lunga e tortuosa la strada per la A. E piena di sorprese. Chiedere a Grosso che nell’anticipo piega anche la Salernitana e si rilancia in piena bagarre promozione. Con 5 squadre in 4 punti alle spalle del Brescia, non c’è nulla che debba restare intentato.

BRAGLIA E CASTORI E LE AMNESIE DI NESTA - Un concetto che sembra non essere entrato nella testa del Perugia di Nesta che cade per la 3ª partita consecutiva in casa, questa volta contro il sorprendente Cosenza di Braglia altra realtà di questa stagione con cui dovranno fare tutti i conti. Come con il Carpi di Castori che torna a ruggire proprio quando Marino pensava di aver rilanciato il suo Spezia in alta quota.


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