Il figlio di Mancini gioca gratis in Eccellenza 

Voleva smettere, ora gioca senza prendere soldi come i suoi compagni: «Felice di dare una mano, ci salveremo»
Il figlio di Mancini gioca gratis in Eccellenza 
Alberto Dalla Palma
5 min

È nato tutto per amicizia. L’Atletico Vescovio, nel settembre del 2003, e anche il ritorno in campo di Andrea Mancini, figlio del ct della Nazionale italiana, dopo quasi un anno di stop. Perché se ti avvicini a questa squadra, a questo gruppo di ragazzi che giocano tutti gratis nel campionato di Eccellenza da quattro anni, non puoi non restare coinvolto, diventi uno di casa e non riesci più a fare a meno di loro: così Mancio junior, dopo qualche mese di allenamenti per «tenersi in forma», ha deciso di scendere in campo di nuovo per dare una mano nella corsa verso una salvezza difficile ma non impossibile. Al Vescovio era arrivato proprio per il suo legame con tre o quattro giocatori storici del club romano: una parola tira l’altra e Andrea si è ritrovato in campo, mentre stava cercando di iniziare una carriera diversa dal padre, quella di osservatore, per arrivare, un giorno, a fare il ds o il procuratore.

SAMP SCUDETTATA, CHE RIMPATRIATA!

L’Atletico Vescovio, fondato da un gruppo di giovani innamorati del pallone, è una realtà unica (e irripetibile) del calcio dilettantistico romano: dal 2003 al 2015 una corsa senza sosta dalla terza categoria fino al campionato di Eccellenza, a cui partecipa per la quarta stagione consecutiva. Di giocatori ne sono passati a centinaia ma tutti con un unico fine: giocare, possibilmente vincere e sempre gratis. Per nessuno è stata infranta questa regola, a costo anche della rinuncia a nomi importanti per la categoria. «Davvero un ambiente straordinario, impossibile frequentare il Vescovio senza diventare del Vescovio» racconta Andrea Mancini, che ieri ha debuttato contro l’Eretum Monterotondo all’inizio del secondo tempo.

Ermanno Pansa, patron e allenatore della prima squadra rinforzata da moltissimi baby attualmente in testa al campionato Juniores Elite, gli ha chiesto se si sentiva pronto e il sì è stato immediato. L’Atletico perdeva 2-0, lui ha sbagliato subito un rigore («volevo tirarlo forte e centrale, poi ho cambiato idea e ho sbagliato») ma poi ha ispirato una delle clamorose rimonte che fanno parte della storia del club: 2-2 finale e la consapevolezza di aver trovato un campioncino di 26 anni che può diventare determinante nelle corsa verso la salvezza. Un passato nelle giovanili dell’Inter e del Manchester City, con il padre Roberto, un anno a Budapest nella gloriosa Honved, poi l’avventura americana divisa tra il DC United e il NY Cosmos e la decisione di tornare a Roma, accanto alla famiglia, con il conseguente addio al calcio.

MANCINI: «SEGUO BALOTELLI»

L’incontro con alcuni ragazzi dell’Atletico è stato fulminante: prima in tribuna da tifoso, poi in allenamento per cazzeggiare durante la settimana e adesso in campo per la missione salvezza. Ruolo: trequartista o punta, a seconda delle necessità. Ha visione di gioco e un gran tocco di palla. «Voglio dare una mano, ho scoperto un gruppo fantastico grazie al quale ho ritrovato l’entusiasmo e la voglia di giocare», spiega Mancio junior. Per amore e non per soldi, come ha sempre insegnato l’Atletico Vescovio. «Andrea si è perfettamente integrato, nonostante il nome che porta si è inserito con umiltà e ci aiuta a crescere e a migliorare. Siamo orgogliosi che abbia capito lo spirito di gruppo: vuol dire che la nostra è una realtà pulita e unica nel suo genere» spiega Gianluca Masi, il capitano.

Ieri il nuovo attaccante si è gettato nella mischia con grande coraggio e forse con un pizzico di emozione che lo ha tradito dal dischetto: poi è stato decisivo nella rimonta. E da qui a maggio, nella lunga corsa verso la salvezza non è escluso che al Futbolcamp di via del Bajardo si affacci anche il ct Mancini. Sarebbe un ospite gradito per una festa che il Vescovio vuole celebrare come negli anni scorsi: data per spacciata al momento dell’iscrizione al campionato, alla fine la squadra riesce sempre a centrare un obiettivo per cui in altre realtà si spendono anche dai cento ai duecento mila euro.


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