Calcio estero, Fontanella dalla Sardegna a Malta: «Ecco la mia nuova vita»

L'attaccante ha vinto la classifica cannonieri con il Floriana: «Sono entrato nella storia». Dal rapporto con Oliveira e Gaucci all'interesse della Ternana e del Lugano di Zeman
Calcio estero, Fontanella dalla Sardegna a Malta: «Ecco la mia nuova vita»
Francesco Guerrieri
5 min

ROMA - Quel volo che ti cambia la vita. Sardegna-Malta viaggio di sola andata. Dal Budoni al Floriana per sognare in grande. Qualche problemino con l’inglese, ma Mario Fontanella si fa capire a suon di gol: capocannoniere del campionato con 20 reti e già nella storia del club. 

Come si è ambientato a Malta?

«All’inizio ho fatto un po’ di fatica perché qui parlano solo inglese, ma piano piano gli ho insegnato… il napoletano. Qui non si fanno mai ritiri, ci si vede direttamente al campo. Gli allenamenti sono verso sera perché tutti qui fanno altro come primo lavoro». 

Differenze rispetto all’Italia?

«Ritmi più alti e un gioco più fisico. Mentalità è diversa: se uno è bravo viene valorizzato, senza vedere la carriera o l’età».

Con chi vive a Floriana?

«Con mia moglie e mia figlia di un anno e mezzo. Vengono spesso allo stadio. Qui non esistono trasferte, ci saranno 20 campi in tutta Malta: 3 a disposizione per la prima divisione. Non ci sono partite in casa o fuori».

Consiglierebbe ad altri di venire a giocare a Malta?

«All’inizio ero un po’ restìo, dopo un anno posso dire di aver fatto una bella esperienza. Ho avuto molta più visibilità facendo 20 gol qui che segnandone 27 in Italia da capocannoniere del Budoni».

Qual era l’obiettivo stagionale?

«Volevamo arrivare in Europa, ma non ci siamo riusciti. Il presidente Gaucci non si è fatto vedere per due settimane, ma a fine anno ci ha consegnato lo stipendio. Nei Dilettanti non so se mi avrebbero pagato subito senza aver raggiunto l’obiettivo…».

Qual è il ricordo più bello della stagione?

«Ne ho due: il derby con il Valletta vinto dopo 8 anni con un mio gol e la partita con lo Sliema: sono partito dalla panchina, ma i tifosi mi hanno acclamato talmente tanto che alla fine il tecnico mi mise in campo: segnai e finì 2-2».   

A che categoria paragonerebbe il campionato maltese?

«Ad una Serie B. Anche a livello di pubblico: ci sono 10-15 mila tifosi a partita». 

Che rapporto ha con Riccardo Gaucci?

«Ha avuto fiducia in me quando gli altri non ne avevano: lo ringrazierò per sempre. Dovevo fare una settimana di prova, il primo giorno avevo già firmato. Mi stimola sempre e io ne ho bisogno. Mi ha sempre detto che sarei diventato capocannoniere del campionato».

E alla fine ci ha preso: 20 gol in 31 partite.

«E’ stato un grande orgoglio, sono entrato nella storia: l’ultimo aveva fatto 16 gol nel 1910».

L’allenatore è Lulù Oliveira.

«Mi tranquillizza nei momenti di difficoltà. Per un periodo non mi ha fatto giocare e ci rimasi male. Mi raccontò che ai tempi della Fiorentina si lamentava con Trapattoni quando non giocava, allora il tecnico lo mise terzino perché era l’unico ruolo disponibile. Mi ha insegnato che bisogna sacrificarsi per la squadra».

Al Floriana ha ritrovato Mauricio Villa e Antonio Monticelli, suoi ex compagni al Budoni.

«Quando c’è la possibilità, mi piace portare ex compagni con me. La squadra cercava un attaccante e un centrocampista e consigliai Villa e Monticelli». 

Che ricordi ha dell’esperienza in Sardegna?

«Ricordi bellissimi. L’anno scorso abbiamo perso i play off, quest’anno mi dispiace siano ai play out. Mia figlia è nata e cresciuta lì, Budoni è un piccolo paesino di 5000 persone. Tifosi fantastici, passionali. Quando abbiamo perso i play off c’era gente che piangeva. A fine mi hanno chiesto di rimanere, ma volevo salire di categoria». 

Un aneddoto che vuole raccontarci?

«Le trasferte complicate. La domenica per giocare alle 15 partivo da casa alle 6 di mattina. Purtroppo la Regione ha messo a disposizione meno fondi, le realtà piccole fanno fatica».

Com’è nata l’idea di trasferirsi dal Budoni a Malta?

«A febbraio il mio procuratore mi propose di andare in Bulgaria, ma mia figlia aveva 3 mesi e non volevo spostarmi. A giugno un’offerta del Balzan (Malta), ma non ero convinto. Quando arrivò il Floriana accettai subito, per l’importanza del club e perché c’era Gaucci». 

Aveva anche altre offerte dall’Italia?

«In estate c’era la Ternana, poi cambiò il presidente e non se ne fece nulla. A gennaio mi hanno cercato anche il Vaduz e il Lugano di Zeman». 

Al Birkinkara c’era Miccoli.

«All’inizio del campionato andavo a vederlo allo stadio: era un po’ sovrappeso, quando sono usciti dall’Europa League non aveva più motivazioni». 

Futuro in Italia?

«Mai dire mai. Se trovo qualcosa d’importante potrei tornare».

@francguer1

 


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