Da Guardiola a Ibra passando per Milito, emozioni e lacrime nella serata degli addii

Pep lascia il Bayern senza Champions ma con tanti applausi, Ibra saluta il Psg dopo aver scritto la storia e Milito finisce nel suo Racing
Da Guardiola a Ibra passando per Milito, emozioni e lacrime nella serata degli addii© REUTERS
Francesco Guerrieri
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ROMA - Lacrime. Tante. Sincere e di commozione. Meglio se con una coppa in mano. Ieri è stata la serata dei trofei e dei pianti. A dirotto quello di Pep Guardiola, che al fischio dell’arbitro nella finale di DFB Pokal con il Dortmund è scoppiato in un fiume di lacrime. Douglas Costa mette dentro l’ultimo rigore e Pep subito con le mani agli occhi. Non bastano a nascondere le lacrime che scendono. Se li abbraccia tutti i suoi giocatori, uno ad uno. Un saluto e qualche consiglio anche a Mats Hummels: altro addio il suo, che ieri ha giocato l’ultima partita con il Dortmund prima di andare proprio al Bayern. Tre anni di successi non si dimenticano facilmente: 3 Bundeslighe, 2 Coppe di Germania, 1 Supercoppa europea e 1 Mondiale per Club. E’ mancata la Champions, è vero, ma in una serata così conta poco. I tifosi mettono da parte le polemiche con un sincero ringraziamento a Guardiola per quello che ha fatto. Lui non si fa pregare, va sotto il settore a prendersi gli applausi dell’Olympiastadion. Meritati, lacrime sincere. E pazienza se quella Champions non è arrivata. Ora ci proverà Ancelotti.

L’ULTIMO TANGO DI MILITO - Dal Bayern al Bayern. 22 maggio 2010. L’Inter (quella del triplete) è ad un passo dalla vittoria della Champions. Mancano 20’ nella finale tra i nerazzurri e il Bayern di Van Gaal, il Principe Milito ne ha già fatti due. Sappiamo tutti com’è finirà. Bei tempi. Sedici anni fa, quasi preistoria. Oggi qualcosina è cambiata. Ieri Milito ha messo il punto finale su una carriera nella quale a tinte nerazzurre ha vinto qualsiasi cosa. Ha voluto dare l’addio al calcio lì dove tutto era iniziato 17 anni fa, al “Cilindro” con la maglia biancoazzurra del Racing. E come poteva lasciare un giocatore che ha segnato 252 reti in carriera tra Argentina, Italia e Spagna? Con un gol, ovvio. Su rigore. Ne segna uno e ne sbaglia un altro, perché in fondo anche lui è umano.

E dopo il gol via sotto la curva per esultare con i tifosi. Bacia e ribacia il simbolo del Racing. Non si stanca mai. Sulle tribune una coreografia pazzesca con migliaia di cartoncini (uno per ogni spettatore) alzati al cielo con scritto “Gracias Diego Milito”. C’è chi gli ha fatto uno stendardo con il suo viso e chi una coreografia con la sua 22 del Racing. Dopo il gol Diego ringrazia il pubblico ma resiste, ancora con gli occhi lucidi. Quelle goccioline sono lì che stanno per scendere, e a fine partite non ce la fa: “Me ne vado come desideravo. Nella mia casa, con la mia gente”. Qualche ora dopo Guardiola altro pianto, altra commozione. Il Principe piange ma si commuove anche il portiere Saja, che gli consegna una targa come omaggio del club. Un grande abbraccio tra ai due. Zero parole, solo lacrime.

L'ULTIMA DEL PRINCIPE MILITO

ADIEU IBRA - Nel giorno degli addii non poteva mancare quello di Ibra. L’aveva annunciato da tempo, ma c’era un’ultima partita da giocare, la finale di coppa contro il Marsiglia. Ennesimo trofeo portato a casa. Doppietta e via. Adieu Ibra. Stavolta niente lacrime, ma anche gli svedesi hanno un cuore: e così Zlatan a fine partita va sotto il settore del Psg per l’ultimo saluto a ringraziare i tifosi per il sostegno che gli hanno dato in quattro stagioni: “Questo è un gruppo speciale. E sono sicuro che mi mancheranno tutti”. Gli ha conquistati a suon di gol Ibra: 50 stagionali solo quest’anno. E abbattendo record su record è anche entrato nella storia del club.

PSG-MARSIGLIA 4-2, IBRA: «VENI, VIDI, VICI»

Dalla Germania alla Francia, da Guardiola a Ibra facendo un salto in oltreoceano da Milito. Storie di addii e di arrivederci, emozioni vere che toccano il cuore. Pianti e lacrime. Perché il calcio non è solo un gioco.

@francguer1


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