Pedofilia nel calcio giovanile, la Federcalcio alzi il tiro

In Inghilterra lo scandalo-Bennell è affrontato con grande impegno dai media. In Italia necessari controlli e campagne di informazione. Maggiore attenzione sulle denunce
Pedofilia nel calcio giovanile, la Federcalcio alzi il tiro
un intervento di Italo Cucci
2 min

Barry Bennell, allenatore inglese notoriamente pedofilo per condanne subíte, fa sensazione nel suo Paese per nuove denunce di ragazzi violentati che l'hanno spinto a tentare il suicidio. È encomiabile l'impegno dei media britannici nel denunciare abusi e soprusi sessuali che hanno colpito brutalmente due settori contigui, il calcio e la tivù; a dir poco singolare l'atteggiamento dei media nostrani, spesso a dir poco esterofili, sicuramente disattenti su quel che accade in casa nostra. Ricordo, tempo fa, la denuncia per pedofilia di un tecnico insegnante in una scuola calcio di Rimini: molto rumore ma per poco tempo e per nulla. Stessa notorietà è stata data ad altri episodi rapidamente archiviati con un certo disagio come a voler dire "qui tutto bene".

E pensare che già mezzo secolo fa Gianni Brera raccontava di dirigenti che s'aggiravano negli spogliatoi per ammirare le fattezze dei giovanottelli e magari conquistarle. Per non dire di quel famoso allenatore scudettato cui fu impedito di concludere una stagione storica perché accusato di pedofilia e omosessualità, anzi di pederastia, come si diceva un tempo. Capisco certa riluttanza ad affrontare il problema, è fastidioso anche solo parlarne, peggio ancora scriverne; e tuttavia vorrei che la Federcalcio, istituzione morale di questo sport, dedicasse più attenzione al problema, visto che le centinaia di scuole calcio frequentate da migliaia di ragazzini - non sempre tutelati da genitori che pensano ad altre prestazioni spettacolari e redditizie - possono diventare palestra per maestri pedofili. Dovrebbe promuovere una campagna seria e squillante in particolare la scuola diì Coverciano, affinché proprio i tecnici iscritti e diplomati diventino i primi censori della pedofilia.


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