Luca Bargiggia: «Papà non mi ha parlato per 2 mesi, ora sogno la Mls»

Il figlio del noto giornalista televisivo, ex speranza dell'Inter, è volato in Florida dopo la squalifica di 2 anni per doping: «Studio e gioco nel college inseguendo un grande sogno»
Luca Bargiggia: «Papà non mi ha parlato per 2 mesi, ora sogno la Mls»©  Facebook
Xavier Jacobelli
4 min

ROMA - Se è vero che tutti abbiano diritto alla seconda opportunità, Luca Bargiggia l’ha capito al volo . E la sta cogliendo, senza se e senza ma, a Miami, Florida, ottomila chilometri da Pavia, dov’è nato. Ventun anni, ex giovanissima speranza dell’Inter, dov’è è entrato quand’ era alto così e ci è rimasto per sei stagioni, Luca è figlio di Paolo, volto famoso di Mediaset Premium, giornalista sportivo che ha seguito i passi successivi della carriera del figlio. Questi si definisce «un centrocampista centrale che dà il meglio di sé davanti alla difesa». Ma che fuori dal campo, nell’autunno del 2016, ha segnato un autogol pesantissimo: trovato positivo a un metabolita della cocaina, è stato squalificato per due anni. Confida: «Non cerco scuse né attenuanti né giustificazioni. Ho sbagliato di grosso. Ho commesso un errore che non avrei mai dovuto commettere, sto pagando il conto alla giustizia sportiva, com’è giusto che sia. Papà non mi ha parlato per due mesi: era furioso, si è sentito tradito. Essendo un personaggio pubblico, ha scontato il mio sbaglio anche sulla sua pelle: sul web, gli haters si sono scatenati. E’ stata una fiera delle nefandezze, una saga dell’inciviltà andata avanti per giorni e giorni. Ma siamo stati più forti anche di questo e, superato lo choc, papà mi ha teso la mano».

D ’ONOFRIO E LA STAR - Siccome la vita non finisce mai di stupire, la svolta nella storia di Luca si registra il 9 maggio scorso, durante il viaggio verso Roma che Bargiggia compie con l’avvocato Paco D’Onofrio, principe del foro nella giustizia sportiva. Al giovane cliente, comprensibilmente abbacchiato e meditabondo al pensiero di presentarsi davanti al tribunale sportivo, D’Onofrio chiede: hai mai sentito parlare della Star? E’ un’agenzia che mette in contatto i giovani atleti intenzionati a frequentare i college americani e a vivere la doppia esperienza del calcio e dello studio. Uno dei soci si chiama Stefano Fantoni, vive in Florida, a Fort Lauderdale. Luca si mette in contatto con Fantoni: «La mia vita è cambiata da quel momento. Ho scoperto il mio nuovo mondo. Sono volato a Miami, ho sostenuto un provino con Gavin Oldham, l’allenatore dei Seahawks, la squadra di Keiser University. L’ho superato. Ho vinto una borsa di studio, grazie alla quale ho pagato l’iscrizione al college, provvedendo invece di tasca mia al vitto e all’alloggio. E ho ricominciato a giocare, non essendo il campionato universitario un torneo sotto l’egida Fifa, altrimenti non sarebbe stato possibile, per via della squalifica. Il torneo scatta ad agosto e si conclude a dicembre. Il livello tecnico? Buono. Diciamo che non finirò mai di ringraziare l’Inter per l’educazione tattica che mi ha impartito negli anni del settore giovanile: d’altra parte, non è un modo di dire quando si sottolinea l’eccellenza della scuola tecnica italiana. Qui si va in campo ogni tre giorni: se vinci il girone, ti misuri con le altre squadre più forti del circuito Naia. E’ esattamente ciò a cui puntiamo».

OBIETTIVO MLS - Dal tono della voce, capisci che Luca ha ritrovato la serenità. «Cadere è facile, rialzarsi è più difficile, ma, quando ti rimetti a posto, stai bene attento a dove metti i piedi. Gioco e studio per diventare un buon nutrizionista . Il mio corso dura quattro anni, la mia nuova carriera comincerà il 10 marzo 2019, il giorno dopo la squaliica. Il sogno? Giocare in Mls, la serie A americana. Ogni estate c’è il draft, le società scelgono i giocatori e io voglio farmi trovare pronto. Ho in corpo una grande voglia di rivincita, prima di tutto nei confronti di me stesso. Non so che cosa mia sia passato per la testa, quando ho commesso quell’errore. So che devo riscattarmi ed è ciò che intendo fare. Ho scoperto la mia America».

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