Parte la Bundesliga: il Bayern è un impero

Il club bavarese ha un fatturato di 487 milioni di euro e insegue il quarto titolo consecutivo, impresa mai riuscita
Parte la Bundesliga: il Bayern è un impero© EPA
Stefano Chioffi
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ROMA - Gli sceicchi lo cercano e sono pronti a offrirgli un assegno in bianco: il viaggio di Pep Guardiola potrebbe proseguire nel Manchester City oppure nel Paris Saint Germain. Il contratto con il Bayern Monaco è in scadenza, l’amore non è mai sbocciato. Il suo presente? Rapporti gelidi e solitudine. Troppi partiti trasversali tra i dirigenti: le critiche del presidente onorario Franz Beckenbauer («Il possesso palla è inutile se non fai gol»), l’ostracismo del direttore sportivo Matthias Sammer («ll gioco del Bayern è noioso»), la stima del dg Karl Heinz Rummenigge («Vogliamo che Pep rimanga a lungo»). Correnti di pensiero e contrasti interni. Guardiola non scopre le carte, ma l’esperienza in Germania è arrivata quasi ai titoli di coda: «Forse non sono l’uomo giusto per il Bayern», ha detto con sincerità qualche giorno fa, alla vigilia della sfida con il Wolfsburg e della sua terza sconfitta consecutiva nella Supercoppa tedesca.

GLI OSTACOLI - A Monaco di Baviera ha trovato ostacoli e barriere, una diffidenza tattica e culturale che è diventata presto il suo primo nemico. Ha vinto due volte la Bundesliga e una Coppa di Germania, mentre in Champions League si è sempre fermato in semifinale. E’ mancata la scintilla giusta con i tifosi del Bayern, che sono ancora legati a Jupp Heynckes, uscito di scena nel 2013 con il “triplete” e la quinta Coppa dei Campioni della storia. La Bundesliga riparte con le inquietudini di Guardiola, che continua a dominare i sogni del Manchester City e del Paris Saint Germain. Manuel Pellegrini, qualche giorno fa, ha firmato il prolungamento fino al 2017 con la società inglese: una mossa, quella del proprietario Mansour, mirata a restituire potere a un allenatore che convive da tempo con le voci di un possibile arrivo di Guardiola. Laurent Blanc, invece, ha un impegno che scadrà il 30 giugno con il club di Cavani.

LE DIFFERENZE - Il Bayern vanta il record di “scudetti” (venticinque) e ha il terzo fatturato più alto in Europa (487 milioni di euro) dopo il Real Madrid (549,5) e il Manchester United (518). La Juve è decima con 279,4. La squadra di Guardiola non ha rivali in Bundesliga. Ha conquistato il titolo nel 2014 con sette giornate di anticipo e ha festeggiato quello del 2015 a quattro turni dalla fine. Le distanze, nei confronti della concorrenza, sono aumentate in estate grazie agli acquisti di Arturo Vidal (37 milioni di euro alla Juve, il colpo più costoso dell’anno in Germania) e dell’ala brasliana Douglas Costa dallo Shakhtar Donetsk. E’ arrivato anche un giovane mediano, Joshua Kimmich, vent’anni, ex Stoccarda e Lipsia, leader della nazionale Under 21. C’è delusione, però, tra i tifosi per la partenza di Bastian Schweinsteiger, chiamato da Louis Van Gaal al Manchester United.

GLI STRANIERI - Neuer, Benatia, Ribery, Robben, Lewandowski, Müller: una ricchezza infinita. I campioni in carica debutteranno stasera (ore 20.30) in casa contro l’Amburgo, l’unico club sempre presente (53 edizioni) in Bundesliga ma che ha evitato - negli ultimi due anni - la retrocessione agli spareggi contro il Greuther Fürth (2014) e il Karlsruher (2015). La rosa del Bayern ha un’età media di 26,2 anni, la seconda più alta dopo quella del neopromosso Darmstadt (26,7). Il campionato tedesco, a livello europeo, è quello che offre maggiore spazio ai giovani dopo l’Eredivisie: l’età media dei calciatori è di 24,7, mentre in Eredivisie è di 23,2. Gli stranieri sono 248, circa il 48%. Ventuno gli svizzeri, al primo posto, davanti ai brasiliani (venti), agli austriaci (diciotto) e ai giapponesi (dodici). Gli italiani sono quattro: Daniel Caligiuri (Wolfsburg), Giulio Donati (Bayer Leverkusen), Luca Caldirola (Darmstadt) e Max Reinthaler (centrale del Mainz, classe 1995, nato a Bolzano).

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