Liga: Betis-Siviglia, quella rivalità nata per colpa di un operaio

Il Siviglia è il club dei nobili, il Betis squadra umile. Da Garcia de La Borbolla a  Amunenz, più di 100 anni di storia del derbi sevillano
Liga: Betis-Siviglia, quella rivalità nata per colpa di un operaio© EPA
Francesco Guerrieri
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SIVIGLIA - Derbi caliente in Spagna. Andalusia, Siviglia. Betis contro Sevilla. Città divisa in due: barrio de Nervion (Siviglia) contro barrio dell’Heliopolis (Betis). Culture diverse, realtà opposte. Ve l'abbiamo segnalata come una delle cinque migliori partite del week end (https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/calcio-estero/2015/12/18-6875979/calcio_estero_men_internazionale_le_migliori_partite_del_week-end/), oggi la città si blocca per novanta minuti. Storie che si intrecciano come in un romanzo: Siviglia squadra ricca e nobile, il Betis è il club dei poveri e degli operai. Proprio non si riesce a trovare una via d’incontro tra le due squadre, tant’è che giocano in stadi diversi: al Ramon Sanchez Pizjuan c’è il Siviglia, nel Benito Villamarine il Betis. Uno stadio comune? Ci hanno provato, all’Olimpionico de la Cartuja (oggi inutilizzato), ma già soltanto l’idea ha scatenato le proteste di tutti i tifosi: da una parte e dall’altra. 

LA STORIA DELLA RIVALITA’ - Meglio non metterci mano su questa rivalità, impossibile cancellare più di 100 anni di storia. Primi anni del ‘900, a Siviglia arriva un giovane ragazzo che divide il club in due. E’ forte, fortissimo. Il Betis ancora non esiste, perché non ingaggiarlo subito allora? Il problema è il padre operaio, e a Siviglia... Ricordate? E’ la squadra nobile, sarebbe un sacrilegio prendere un operaio. C’è però chi è deciso a fare uno strappo alla regola, e alla fine si manda tutto ai voti: il ragazzo può giocare a Siviglia sì o no? No per la maggioranza, le tradizioni valgono più delle qualità del ragazzo. Ma non è di quest'idea Eladio Garcia de la Borbolla però, che fa le valigie e lascia il club. Non solo, fonda una nuova squadra che nel 1014 si unisce al Siviglia Balompié (club del 1907 fondato da studenti) e dà vita così al Real Betis Balompié, quello che tutti oggi conosciamo come Betis Siviglia. Roba di preistoria, ma con gli anni le cose non sono cambiate molto. E’ impensabile che un giocatore si trasferisca da una parte all’altra di Siviglia. E’ il 1946, quando il Betis è in crisi economica e pur di risanare i debiti prova a vendere Anunenz al Siviglia. Cosa cosa? Scoppia la rivoluzione dei tifosi, meglio i conti in rosso che un giocatore ceduto ai rivali.

PRESENTE - Oggi ci sono tre punti a dividerli: 22 il Siviglia, 19 il Betis. Con una vittoria si potrebbero rilanciare le ambizioni di tutte e due le squadre. Soprattutto del Siviglia, che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere così lontano dalle prime. Perché in fondo, sono i biancorossi il club storicamente vincente della città. E il Betis? ¡Viva er Beti manque pierda! (Viva il Betis nonostante perda), è la loro filosofia di vita. Il presente dice Emery contro Pepe Mel, Joaquin e Ruben Castro contro Vitolo e Gameiro. Ma c’è un derby nel derby, e ci riguarda da vicino. Bandiera tricolore ben alzata al cielo: Piccini contro Immobile, difesa contro attacco, Italia contro Italia. Perché in fondo, questo, è anche il nostro derbi.


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