Piqué: “Voglio diventare presidente del Barcellona!”

Il centrale blaugrana si è concesso alle telecamere della tv catalana dove ha parlato a tutto tondo di piani futuri, Nazionale, Messi e Ronaldo, per poi ammettere un certo gusto per la polemica
Gerard Piqué, 2 febbraio© EPA
Andrea De Pauli
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BARCELLONA (SPAGNA) - “Sì, mi piacerebbe diventare il presidente del Barça”. Ha le idee piuttosto chiare Gerard Piqué, che nel ruolo di invitato speciale alla popolare trasmissione Fora de Serie, trasmessa dal canale catalano TV3, ha parlato a tutto tondo, con straordinaria franchezza, toccando anche gli argomenti più delicati. “Non mi vedo nei panni dell’allenatore, non mi divertirei tanto. Quello che mi appassiona davvero è il club, per cui credo che sarei un ottimo presidente”. In quel ruolo, il waka-difensore dovrebbe vedersela con questioni controverse, ad iniziare dalla complicata gestione delle frange dichiaratamente separatiste che popolano ampi settori del Camp Nou, sventolando bandiere indipendentiste. Il ragazzo, sulla questione, ha un quadro piuttosto nitido. “Non capisco che problema ci sia se allo stadio compaiono las esteladas. La Uefa le ha vietate, credo a torto”.

SCHIERATO - Parole che acquistano maggior peso, dopo il recente annuncio della decisione di lasciare la Nazionale al termine di Russia 2018, anche se il programma, in realtà, è stato registrato prima dell’ultima delle numerose polemiche che ha condotto il centrale blaugrana alla drastica decisione. “Ho partecipato più volte alle manifestazioni che si celebrano l’11 settembre, il giorno della Festa della comunità della Catalogna, fatto che mi ha creato più di un problema in occasione delle partite della Selezione. Credo, però, che fosse un atto dovuto, perché lo sentivo e perché mi sono sempre posizionato per il diritto all’autodeterminazione. Naturalmente, ho pagato caro il mio atteggiamento”. Nonostante le aperte prese di posizione, però, la relazione con i compagni della Roja è buonissima, anche con quelli che, almeno secondo le prime pagine dei giornali, la rivalità è piuttosto marcata, ad iniziare da Sergio Ramos, vera anima del Real Madrid. “Il gruppo della Nazionale adesso è davvero affiatato. Prima di ogni partita ci troviamo nella stanza del capitano, che prima era Casillas e ora è Sergio. Andiamo molto d’accordo!”.

PROVOCATORE - Inevitabile, poi, che si parli anche di Cristiano Ronaldo, con cui non sono mancati alcuni attriti in mondo visione in più di un Clasico e anche in questo caso, il quadro che ne viene fuori è, per certi versi sorprendente. “Andiamo d’accordo. La verità è che quando abbiamo condiviso lo spogliatoio del Manchester United, Cristiano era una delle tre o quattro persone con cui mi trovavo di più. È uno dei migliori giocatori della storia”. Sopra di lui, solo Messi. “Leo è stato e continua ad essere così incredibilmente unico... Il giorno in cui lascerà, per il Barça sarà come perdere un padre, con il figlio che per forza di cose dovrà volare con le sue ali. Senza Messi ci sentiremo nudi, ma fa parte dello sport”. Piqué ha concluso, infine, ammettendo candidamente di provare un certo gusto nel provocare, specie in coincidenza delle supersfide con il Real Madrid. “Mi piace alimentare una certa tensione, che comunque deve rimanere sempre controllata. Senza questa tensione sportiva la gente non amerebbe tanto il calcio. Senza la rivalità Barça-Real non sarebbe lo stesso”.

@andydepauli

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