La rivelazione di Piqué: «Il gruppo di Whatsapp preferito è con i giocatori del Real»

Il difensore del Barcellona si racconta al «The Players' Tribune»: «Messi è un assassino, un alieno che arriva da un altro pianeta»
La rivelazione di Piqué: «Il gruppo di Whatsapp preferito è con i giocatori del Real»
3 min

ROMA - Gerard Piqué si racconta a cuore aperto al «The Players' Tribune», il sito che raccoglie gli scritti in prima persona degli atleti più famosi del mondo. L'aneddoto più curioso riguarda i rapporti tutt'altro che tesi con gli spagnoli del Real Madrid. Il difensore racconta di aver creato un gruppo Whatsapp che comprende giocatori dei blancos e del Barcellona: «E' il mio preferito. Se leggeste solo quello che dice la stampa potreste pensare che ci odiamo e invece ci troviamo bene. Sembriamo dei bambini. Adesso che siamo 15 punti sopra per me è molto divertente, quindi sono diventato molto creativo nei messaggi. L'anno scorso quando il Real vinceva sempre, loro si sentivano molto bene e ci prendevano in giro ad ogni allenamento della nazionale. Ogni volta che vincevano un match, postavano una foto a torso nudo su Instagram direttamente dallo spogliatoio. Ve lo ricordate? Sorridevano e mostravano i muscoli. Ora la situazione è diversa, le loro foto sui social sono tristi: "3 punti oggi, dobbiamo continuare a lavorare duro". Allora ho scritto loro sulla chat di Whatsapp: «Dai ragazzi, perché così seri? Poi ho messo un'emoticon con le lacrime e una sorridente. Ho anche deciso un nome speciale per il gruppo "Congratulazioni"».

LA DESCRIZIONE DI MESSI - La parte più bella dello scritto di Piqué è la descrizione del talento di Messi: «E' un alieno, non è di questo pianeta. E' l'unico giocatore di cui ricordo la prima volta in cui l'ho visto giocare. Avevamo 13 anni e pensai subito: "Oh, questo giocatore arriva da qualche altro pianeta, non è umano". E' un assassino, è il più grande che abbia mai visto. Il motivo per cui penso che sia di un altro pianeta è per quello che succede quando non ha la palla tra i piedi. Forse non lo potete vedere in televisione ma io lo posso vedere in campo. Dovreste vedere la sua faccia quando accelera per rubare la palla a un difensore. Quello sguardo di Leo non l'ho visto in nessun altro calciatore. E' questo ciò che lo rende grande. Non è interessato allo spettacolo, prova raramente a fare un doppio passo. E' di un'altra stoffa. La sua grandezza nasce dall'ossessione nel recuperare la palla. Quando penso alla magia di Messi, non è qualcosa che si può trovare su Youtube. E' qualcosa che riguarda una sottile espressione dei suoi occhi».

LA STRIGLIA DI KEANE - Uno degli aneddoti più divertenti è quello che risale ai suoi primi passi nello spogliatoio del Manchester United, dove sbarcò a 17 anni. «Un cellulare iniziò a vibrare nello spogliatoio e Roy Keane non capiva da dove venisse il rumore. Iniziò a guardarsi intorno come un pazzo, i suoi occhi scattavano in tutte le direzioni. Vi ricordate la famosa scena di Jack Nicholson in "The Shining" quando sbuca dalla porta? Roy gli assomigliava. Iniziò a chiedere di chi fosse il cellulare ma nessuno rispondeva. A un certo punto dissi: "Mi dispiace, è mio". Lui perse la testa, fece una scenata davanti a tutti, fu incredibile. Me la stavo facendo addosso ma fu una lezione importante».


© RIPRODUZIONE RISERVATA