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SANT JOAN DESPÍ (BARCELLONA) - Se non gioca nella squadra più forte del pianeta, poco ci manca, eppure è sufficiente pronunciare la parola Inter per suscitare un sorriso malinconico sul volto solare di Rafinha. Evidentemente è bastata una mezza annata, conclusa con un folle quarto d’ora premiato da un’incredibile qualificazione alla Champions League, per lasciare un segno indelebile nel cuore del figlio di Mazinho, che ci riceve nello spogliatoio della cittadella sportiva di Sant Joan Despí e ci confida le sue sensazioni a cavallo della doppia sfida ravvicinata tra Barça e Inter.
Iniziamo dalla fine. Barça-Inter e segni proprio tu...
«Dentro di me ho sentito una grande gioia per aver segnato un gol per la mia squadra, ma al contempo mi è venuto naturale non festeggiarlo per rispetto verso i miei vecchi compagni».
Dopo il gol ti sei scambiato la bottiglia d’acqua con Handanovic.
«È stato spontaneo. Non ci fosse stata un’amicizia con Samir, non avrei mai potuto chiedergli di passarmi l’acqua».
(…)
In Italia è tornato d’attualità l’hastag #RiprendiRafinha che circolava su twitter la scorsa estate. Lo sapevi?
«Ho ricevuto tanto affetto dai tifosi e li ringrazio tantissimo. Mi sono sentito appoggiato fin dall’inizio. Mi sono rimasti nel cuore».
Ma alla fine cos’è successo davvero?
«Io ero convinto che sarei rimasto, ma non è stato così. Hanno preferito altri giocatori e non resta che andare avanti».
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