Chelsea, Terry contro Benitez: «Non reggevo più, eh»

Il capitano del Chelsea festeggia lo scudetto e attacca il suo ex tecnico, oggi al Napoli: «Diceva che non potevo reggere due partite a settimana e invece ho conquistato il titolo da protagonista, giocando sempre!». Mourinho, frecciata al Real: «Qui non si vince tanto a poco»
Chelsea, Terry contro Benitez: «Non reggevo più, eh»© REUTERS
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ROMA - «Sono contento perché ho conquistato questo titolo da protagonista, giocando sempre. Solo una persona raccontò che non potevo scendere in campo due volte la settimana. Lui sa a chi mi riferisco». La festa scudetto di Terry è 'dedicata' a Rafa Benitez a distanza di due anni da quando l'attuale tecnico del Napoli siedeva sulla panchina dei Blues. Fra il capitano deò Chelsea e il tecnico spagnolo non è mai spuntato l'amore, tutt'altro: Terry fu mandato spesso in panchina o addirittura in tribuna. Una scelta che il capitano non ha mai personato. «Adesso si respira un'altra aria e attorno a me ci sono grandi giocatori e un grande staff tecnico», ha concluso Terry a Sky.  

MOU: «HO VINTO NEL CAMPIONATO PIU' DIFFICILE» - «Ho vinto nel campionato più difficile del mondo. Quando sono tornato (in Premier, ndr) sapevo che avevo scelto il campionato più difficile al mondo. Qui non non si vince mai 6-0 o 8-0». Josè Mourinho non si smentisce mai e anche due anni dopo aver lasciato la Liga - dove pure aveva vinto un titolo con le merengue - tira qualche 'frecciatina' all'indirizzo delle regine del calcio spagnolo, Barca e Real. «Ho scelto un club con una tradizione di titoli e duro lavoro». «Potevo scegliere di andare in un campionato dove vincere è più facile e invece ho scelto il torneo più difficile d'Europa - le sue parole dopo la conquista del titolo grazie all'1-0 sul Crystal Palace - Ho rischiato a tornare qui ma ora sono felice, ho vinto di nuovo la Premier. L'anno scorso eravamo ancora in fase di costruzione - ha aggiunto lo 'special one' -. Quest'anno abbiamo avuto costanza di rendimento, un paio di giocatori nuovi e il titolo è il risultato del duro lavoro di tutti, tutto questo ci rende felici». «Siamo stati in testa dalla prima all'ultima giornata e dobbiamo essere orgogliosi - ha aggiunto Mourinho al terzo scudetto in Premier con i Blues, 22° trofeo della sua straordinaria carriera al punto che la stampa britannica si chiede ora se 'Mou' non sia davvero 'the Greatest' -. Ogni titolo è importante, perché è frutto di un duro lavoro ma questo, essendo l'ultimo, lo è di più». Poi di nuovo una stiletta al suo passato spagnolo, dove Real e Barca, con l'eccezione dell'Atletico 2014, hanno monopolizzato la Liga degli ultimi dieci anni: «Proveremo a vincere anche l'anno prossimo - ha aggiunto - ma la Premier non è il campionato ideale per dominare per tanti anni. L'Inghilterra non è il posto migliore per dettare legge ma ovviamente cercheremo di vincere anche nella prossima stagione. Per quanto mi riguarda, il giorno in cui non sentirò la voglia di vincere un altro titolo significherà che non avrò più stimoli ma quel giorno non è ancora arrivato». La gioia di José Mourinho per il suo terzo scudetto inglese è stata in parte mitigata dalla preoccupazione per la salute del padre ex calciatore (giocava in porta) che ha subito un recente intervento chirurgico alla testa. «Appena finita la partita contro il Leicester mercoledì scorso - ha raccontato il tecnico portoghese - ho preso un aereo privato per andare in Portogallo e stare lì con lui nel momento più difficile. Ora è tutto è sotto controllo, lui è un uomo forte e riuscirà a venirne fuori al meglio».

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