Roma, Garcia e un derby che vale una vita

Ancora stimato dai tifosi e dalla società ma se perde il suo destino torna in bilico
Roma, Garcia e un derby che vale una vita
Marco Evangelisti
2 min

ROMA - Noi vogliamo undici Garcia, cantava non molto tempo fa la Curva Sud. Accompagnata in quell’interpretazione dalla massima parte dell’Olimpico. Lusingato e realista, Rudi l’eretico che voleva imporre all’Italia e soprattutto ai suoi giocatori un calcio intessuto di possesso palla e di movimento continuo e adesso non si fa scrupoli a comprimere la squadra nella sua metà campo - o a permettere che succeda - non si è mai illuso, neppure in quel momento, di aver messo radici nel centro del cuore della Roma, non parliamo di chiese e villaggi.

FIDUCIA - Gli si para davanti, alla fine di questa settimana lunga, la scogliera che sarà ricovero alla sua navigazione perigliosa ma potrebbe anche segnarne la fine. Gli scogli spesso fanno un gran male alle imbarcazioni che si avvicinano troppo. Solo che Garcia non può evitare quest’approdo. Il derby lo attende. Gli darà il rifugio che cerca oppure lo affonderà. Lui stesso, con tutta la voglia che ha di guidare la Roma nella prossima stagione e con tutta la fiducia che continua a riscuotere da parte della proprietà della Roma e con tutti i buoni rapporti di stima che lo legano al direttore sportivo Walter Sabatini non intende star lì a pesare sullo stomaco di nessuno. Non è una libera interpretazione letta tra le smorfie: lo ha detto Garcia medesimo, esplicitamente. Ora, un derby si può anche perdere senza sprofondare nella catastrofe. E’ capitato a tutti gli allenatori, anche a quelli, come lui, secondo i quali i derby si vincono e basta. Anzi, Garcia finora è riuscito a non perderne neppure uno: vinto il primo, pareggiati i due successivi. Ma questo di lunedì prossimo non è un derby come gli altri e Garcia lo ha capito.

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