Reina: «Napoli città ideale». E intanto parte l'assalto ad Allan

Il portiere: «È un posto splendido, io ci sono stato benissimo»
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Antonio Giordano

NAPOLI - Va dove lo porta il cuore: in quel microcosmo nel quale gli è bastato un anno per calarsi per sentirsi di «famiglia», per scoprire il senso pieno d’un sentimento autentico. «Tanti amici». Va dove lo trascina il richiamo della testa, dove l’attira quel concentrato di «sana» follia, dove lo calamiterà l’empatia, esplosa subito, radicatasi in un anno. «Abbiamo vinto e ho scoperto che c’è tanta gente che mi vuole bene». Va lì, anzi qui, dove ormai sembra essere, perché ci sono frasi chiare, inequivocabili che per rispetto e per diplomazia meritano d’essere «blindate» nel formalismo ma che racchiudono, in sé, messaggi subliminali nei quali è semplicissimo leggere il destino: «Napoli è un posto splendido in cui andare a vivere». [...]

RIECCOLO - Parla Pepe Reina, che non sa essere banale, che conosce le insidie del linguaggio e per evitarlo si tuffa nel passato, rivelando a Marca plus perché nell’estate del 2013 scelse Napoli, preferendola a Liverpool. «Perché c’era Benitez, il migliore allenatore che abbia avuto nel corso della mia carriera, e perché c’era un progetto sportivo». Il tempo poi è scivolato via, c’è stato il Bayern Monaco e un addio (pardon, un arrivederci) fatale: c’è stata la Bilbao del Napoli, ci sono state le incertezze di Rafael e di Andujar - strozzati anche da una eredità insostenibile per gli umani - c’è stato un quinto posto in campionato ed i rimpianti su troppi episodi in cui, «ci fosse stato Reina» - la sua ombra s’è presa il san Paolo e l’ha sballottolato. Poi c’è stato De Laurentiis che ha rimosso il passato e quella valutazione del 2014 ed ha pensato che servisse personalità a secchiate, per ripartire verso l’alto: contratto con scadenza 2018 ad un uomo che non smette mai di ricordare «d’essermi trovato benissimo» e che non ha dimenticato «d’aver vinto anche un trofeo».

PERCHE' - Ora c’è altro, nell’agenda di De Laurentiis, essendosi detto tanto, quasi tutto, con Reina: ma per il momento, aspettando la firma del diesse, ottenuta quella di Sarri, bisogna dialogare con Pozzo per Allan, che resta sempre un po’ sospeso nella terra di nessuno, perché il mercato è questo. Poi ci saranno i giorni in cui Pepe Reina potrà liberarsi definitivamente, diciamo il prossimo step, che in pratica ha già svelato Rummenige e che il portiere può semplicemente certificare lasciando immaginare quel che accadrà: «Al Bayern è stato un anno difficile, più di quanto pensassi. Mi sono anche infortunato. Ma comunque speravo di poter giocare di più. E comunque molte cose ho imparato, sia da Neuer che da Guardiola. Solo che io adesso vorrei avere qualche opportunità in più». Solo che adesso De Laurentiis gli ha spalancato le porte del Napoli, quelle di Napoli, e gli amici lo sanno che certe cose non si dicono ma si lasciano capire e pure Reina, ch’è un maestro di comunicazione, concede che si intuisca, che si vada ad interpretare, mica poi così liberamente, ciò che rivela, praticamente un esame della propria coscienza, praticamente il suo futuro imminente: «Napoli è un posto splendido ed è il luogo ideale in cui vivere perché somiglia molto al Sud della Spagna. Ed io ci sono stato benissimo».

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