Saponara: partita aperta Juve-Napoli

L’Empoli conferma l’asta: ballano milioni e un anno di prestito ancora coi toscani
Antonio Giordano
2 min

ROMA - Bella la vita: perché osservandola con distacco, standosene sdraiato ad aspettare, sarà Juventus o Napoli. Si scrive Saponara, si rilegge tutto d’un fiato un classico dell’estate: è un romanzone che va di moda (sempre) e stavolta però è avvincente, perché si sta cominciando a sfogliarlo e non c’è nulla di scontato. La svolta però è adesso, con i tempi (talvolta biblici) delle trattative, con le mosse e le finte e le strategie che ognuno studia a tavolino o d’istinto: però è Juventus-Napoli, e a modo suo è una sfida intrigante, che Saponara può godersi con gusto, perché comunque vada, ovunque vada, sarà un successo.

IL «PAPA’» - Saponara d’azzurro vestito non è una suggestione, né una libera interpretazione: è l’inevitabile, quasi scontato sviluppo d’un progetto che Maurizio Sarri ha in testa nel momento in cui approda a Napoli e nel quale il ruolo del trequartista va affidato ad un uomo di fiducia, uno che sappia andare a scalare sulla prima giocata altrui, che sappia infilarsi - a destra o a sinistra - nello stretto, che abbordi la «seconda palla» e la capitalizzi, che copra, che parta, che abbia studiato. Ma l’Empoli la «spara grossa», subito, proprio mentre sta per cedere Valdifiori, proprio quando De Laurentiis ha cercato in contropiede di chiudere con un’impennata: ventidue milioni per avere il regista, il trequartista e Hysaj, una cascata di euro da stordire chiunque, non Corsi. «Non bastano»

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