ROMA - Il retroscena rimbalza dallo spogliatoio di Formello, non dagli uffici: Lotito ha detto no al Manchester United per Lucas Biglia. L’unica reale offerta sinora recapitata alla società biancoceleste per il playmaker argentino arrivava dall’Inghilterra. Van Gaal era pronto a mettere 25 milioni per il suo cartellino. La Lazio neppure si è seduta a parlarne, per cominciare davvero a pensarci ne voleva almeno 40 e non ci sono stati i presupposti per aprire una trattativa. L’ex ct dell’Olanda ha ovviamente i ganci giusti a Formello (Joop Lensen, direttore dell’Academy, è stato un suo collaboratore) per capire che aria tirava con Lotito e ha mollato Biglia, dirottando sul tedesco Schweinsteinger in uscita dal Bayern Monaco, due anni più vecchio dell’argentino e anche meno costoso, perché è stato pagato 18 milioni. L’ipotesi del Manchester United è naufragata e l’interessamento presunto del Real Madrid, che ci aveva provato l’estate scorsa, sinora non ha mai preso corpo realmente.
IMPORTANZA - Lucas Biglia, dopo la Coppa America e vacanze durate appena tre settimane, tornerà lunedì a Roma per riprendere la preparazione e unirsi al gruppo della Lazio, che venerdì 31 luglio partirà per la spedizione di Shanghai. Il ds Tare, come ha dichiarato in conferenza stampa ad Auronzo, e Pioli cercheranno di spiegargli quanto è importante per la squadra biancoceleste. È il leader silenzioso all’interno dello spogliatoio, è l’anima e il motore in campo, il play capace di interpretare alla perfezione il calcio offensivo di Pioli, perché è sempre il primo a salire nel tentativo di riconquistare il pallone. Porta naturalmente la Lazio ad attaccare, quasi mai tira indietro il centrocampo. Metronomo ideale di una squadra abituata a pressare. E’ anche una presenza fondamentale in termini di personalità e senso di appartenenza, uno dei giocatori più importanti e rappresentativi accanto a Klose e Candreva, gli autentici tre capitani della Lazio.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio