Balotelli, ecco perché la Lazio ha detto no

Scelta di natura tecnica ed economica: l'attaccante guadagna sei milioni di euro a stagione e a Roma sarebbe la riserva di Klose e Djordjevic
Balotelli, ecco perché la Lazio ha detto no
Stefano Chioffi
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Bocciato anche dal Liverpool, Balotelli si ritrova ancora una volta con la valigia in mano: si allena da solo e il suo manager Raiola gli sta cercando un nuovo club, il quarto negli ultimi due anni e mezzo. Tentativo complicato, perché c’è diffidenza nei confronti di un attaccante che proviene da una serie di fallimenti. Brendan Rodgers, tecnico del Liverpool, aveva speso - un anno fa - venti milioni per acquistare Balotelli, che ormai non è più un bambino e tra una settimana, il 12 agosto, compirà 25 anni. Un presente pieno di interrogativi, sono lontani i tempi in cui veniva chiamato Supermario. Raiola lo ha offerto anche alla Lazio, in occasione della trattativa condotta nei giorni scorsi per il passaggio di Ricardo Kishna dall’Ajax alla società di Claudio Lotito. Strada sbarrata, però. E la linea della Lazio è facile da tradurre. Balotelli, a Roma, sarebbe la riserva di Miroslav Klose e Filip Djordjevic. Gerarchie rigide, quelle di Stefano Pioli, che vuole continuare a giocare solo con una punta centrale. Un altro ostacolo, poi, riguarda lo stipendio di Balotelli, che guadagna sei milioni di euro a stagione: soldi che farebbero saltare gli equilibri interni del salary-cap introdotto da Lotito. Un problema che si potrebbe anche aggirare, considerando che il Liverpool sarebbe disposto a contribuire all’ingaggio dell'attaccante. Ma la risposta negativa della Lazio nasce anche da una riflessione: Balotelli non ha un carattere semplice, a volte è entrato in contrasto con l’ambiente e con i suoi allenatori. Un pericolo che la Lazio non è disposta ad accettare. La porta rimane chiusa.


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