Calciomercato, da Shevchenko a Cuadrado. Le stelle tornano con i saldi

Tanti big venduti a cifre record rientrano subito in Italia a prezzi stracciati: rossoneri specialisti, ma Juve e Inter...
Calciomercato, da Shevchenko a Cuadrado. Le stelle tornano con i saldi
Ettore Intorcia
4 min

ROMA - Visti dal punto di vista dei contabili, sono dei piccoli grandi capolavori di calciomercato: tante stelle vendute a cifre record all’estero e poi riportate subito in Italia a prezzi scontatissimi o addirittura gratis. Un “souvenir d’Italie”, raccontando il calciomercato come una zingarata da commedia all’italiana. Però non bisogna mai perdere di vista il risvolto tecnico, e umano e professionale: dietro certi ritorni a prezzo di favore c’è spesso il flop di chi non è riuscito a lasciare il segno in un altro campionato ed è allora costretto a ricominciare da dove era partito. Il Balotelli che torna gratis dal Liverpool dopo un anno è metafora perfetta di questo meccanismo perverso: vado, toppo, torno.

EFFETTO MILAN - Però saper vendere (bene) è un’attitudine, come saper cogliere sul mercato, ben prima degli altri, quei segnali che lasciano intravedere all’orizzonte un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Al Milan, di operazioni come queste - vendo a tanto e poi ricompro con i saldi - sono ormai diventate una specialità. Diciamo dai tempi di Shevchenko, per esempio. L’attaccante ucraino nell’estate del 2006 fu venduto al Chelsea, cioè Abramovich, per 43,3 milioni di euro, quasi il doppio di quanto era costato sette anni prima. Due stagioni a Londra ed ecco che Sheva torna al Milan: un flop al Chelsea, il sogno di tornare protagonista in rossonero che poi resterà solo un’illusione, poi il mancato riscatto e il ritorno a Londra. Ricorda molto l’affare Balotelli, la seconda volta in rossonero: l’estate scorsa fu venduto per 20 milioni al Liverpool, oggi torna in prestito secco. La prima volta, dal City al Milan, tutto sommato la sua valutazione aveva resistito.

RITORNI LAMPO - Al Milan il colpo riesce quando a vendere è lo stesso club rossonero, ma anche quando la cessione eccellente all’estero l’hanno fatta gli altri. Ibrahimovic in questo senso resta un capolavoro: nel 2009 l’Inter lo vende al Barça per 69,5 milioni di euro (cash più il cartellino di Eto’o) e va a vincere il Triplete; l’estate successiva il Milan lo prende in prestito, per 6 milioni, versandone altri 24 per il riscatto. Sconto più forte del 50%, praticamente, con scudetto in omaggio. Ma l’andata e ritorno lampo simbolo, tra tante fughe di talenti rivelatesi poi clamorose sviste di mercato (sviste un po’ per tutti, per il tecnico e il club che scelgono e pure per il calciatore che sposa un progetto, come si ama ripetere in questi casi...), resta quella di Alessio Cerci a cavallo del disastroso mondiale brasiliano. Lascia il Toro per l’Atletico Madrid, nelle casse di Cairo finiscono 15 milioni di euro: in valigia il solito carico di belle speranze, allo sbarco una realtà ben diversa da quella immaginata, perché nei piani di Simeone doveva arrivare un altro tipo di attaccante. Sei mesi, ed ecco che Cerci torna in Italia, lo accoglie il Milan: è in prestito gratuito per 18 mesi, cioè fino a giugno 2016. Più economico che andare a bussare per tempo alla porta di Cairo l’estate prima...

GLI EX VIOLA - Anche se avesse continuato a bussare alle porte della Fiorentina, un anno fa la Juve non avrebbe mai messo le mani su Cuadrado, l’ultimo colpo dell’estate bianconera (per ora). Questioni politiche, prima ancora che economiche. Il colombiano un anno fa è finito al Chelsea per 31 milioni di euro: oggi la Juve lo porta in casa pagando un milione e mezzo per il prestito. Dovesse riscattarlo a fine anno (non c’è l’obbligo), pagherebbe 26,5 milioni in tutto: sconto piccolo piccolo, ma la certezza, un anno dopo, di portare in casa quel talento che non sarebbe mai riuscita a farsi vendere un anno fa da Della Valle. Alla Juve piaceva anche Jovetic, tornato però in Italia grazie all’Inter. Due anni fa, cedendolo al City, la Fiorentina aveva incassato 26 milioni più 4 di bonus. Oggi il montenegrino all’Inter costa 3 milioni per i primi due anni di prestito, con un riscatto obbligatorio nel 2017 per 12 milioni. In tre anni costi dimezzati: la forza dei saldi e delle rate.


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