© LaPresse/SpadaMILANO- Ivan Perisic è ancora un oggetto misterioso in casa Inter. Il croato, in estate, è stato uno dei colpi ad effetto del mercato nerazzurro: strappato al Wolfsburg dopo estenuanti trattative per una cifra di 16 milioni di euro, bonus esclusi. Il classe 89 ha alternato buone prestazioni a partite deludenti come quella di sabato sera contro la Sampdoria in cui è stato l’unico nerazzurro a non brillare. Perisic è un calciatore molto duttile: può essere impiegato sia a destra che sinistra in un 4-3-3, in un 4-2-3-1 e in un 4-4-2.
DUELLO PERSO- Perisic ha perso nettamente il “duello” con il suo compagno di squadra Biabiany che, soprattutto nel primo tempo, ha fatto venire il mal di testa a Dodò e a tutta la difesa e il centrocampo della Sampdoria che non sono quasi mai riusciti a fermare la scheggia francese. Dall’altra parte, invece, Perisic non ha sfondato facendo dormire sogni tranquilli a Ivan e Cassani. L’ex Borussia Dortmund ha sì segnato 3 reti e sfornato 3 assist decisivi in questa stagione ma le aspettative nei suoi confronti erano ben più elevate e ci si interroga se sia stato davvero un affare puntare su un giocatore che è costato e non poco alla società di Corso Vittorio Emanuele.
MANCINI VUOLE DI PIU’- Mancini ha investito molto sull’esterno croato e l’ha schierato in 23 occasioni facendolo giocare 1482 minuti complessivi. Perisic si sta dimostrando un giocatore molto duttile e soprattutto di sacrificio, visto che corre tanto e si prodiga anche in svariate chiusure in fase difensiva. L’idea iniziale di Mancini, però, non era quella di avere in rosa un calciatore più incline a fare la fase difensiva piuttosto che quella offensiva. Biabiany ha giocato meno rispetto al croato ma ha dimostrato di essere più efficace e ficcante in fase di spinta. Da qui a fine stagione, Perisic si gioca molto della sua permanenza in nerazzurro anche nella prossima stagione: le pretendenti non mancano e se dovesse arrivare un’offerta vicina ai 15 milioni di euro l’Inter lo lascerebbe partire senza batter ciglio, a meno che l’ex Wolsburg non metta la freccia e inizi a giocare come sa, aiutando l’Inter di raggiungere il terzo posto in classifica.