Rivoluzione Milan: i cinesi offrono 600 milioni ma entro due anni Berlusconi deve sloggiare

La trattativa con il gruppo di Pechino è in fase avanzata. Il nodo è l’ex premier che non vuole cedere tutta la società. Finivest preme per l’accordo. Galliani difende Mihajlovic, ma Silvio pensa a Di Francesco o a Lippi dt con Brocchi in panchina
Rivoluzione Milan: i cinesi offrono 600 milioni ma entro due anni Berlusconi deve sloggiare© ANSA
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MILANO - Trecento milioni di euro subito, altri 300 entro il 2018 per diventare i padroni assoluti del Milan. I cinesi fanno sul serio e, se fosse per la Fininvest, cioè per Marina Berlusconi, l’operazione sarebbe già conclusa. Ma l’ultima parola spetta al padre: Silvio accetta l’ingresso del partner asiatico, ma vuole restare il proprietario del club. Eventualità scartata dagli interlocutori di Pechino, una cordata che fa capo al governo del Paese e che, entro due anni, punta ad assumere il controllo assoluto.

MILAN, RISCHIA MIHAJLOVIC: PRONTO BROCCHI

Dopo l’incredibile storia di Bee Taechaeubol e dei 480 milioni che sarebbero dovuti arrivare l’estate scorsa in cambio del 48% delle azioni, la posta cinese è molto più concreta e molto più praticabile per il Milan. Soprattutto perché il passivo di bilancio 2015 si annuncia molto pesante: le previsioni oscillano attorno ai 90 milioni di euro, insopportabili per la Fininvest che negli ultimi due anni si è svenata per la società rossonera. Ecco perché i cinesi sanno di avere pista libera. Dall’iperbolica valutazione di 1 miliardo di euro, scaturita non si sa bene come, si è scesi ad un valore complessivo di 600 milioni di euro, tenendo conto anche del terzo anno consecutivo che vedrà il Milan fuori dalla Champions League: bene che gli vada, la squadra parteciperà alla molto meno remunerativa Europa League.

BERLUSCONI METTE FRETTA A MR. BEE

Se i cinesi entrano nel Milan lo fanno per comandare e l’hanno detto chiaro agli uomini di Berlusconi il quale, nel, frattempo deve ancora decidere chi comandi fra Barbara e Galliani. Quest’ultimo difende strenuamente MIhajlovic, ma l’ex premier ha in testa due soluzioni: 1) Di Francesco. 2) Lippi dt e Brocchi in panchina. Su questo i cinesi non mettono bocca. Per ora.

FININVEST: TRATTIAMO MA NO A CESSIONE  TOTALE O A VALUTAZIONE ABBASSATA - Il comunicato della Fininvest di queste ore non fa altro che confermare quanto bolle in pentola: da una parte la proprietà che non vuole lasciare e non vuole abbassare la valutazione del club, dall'altra le offerte: «La Fininvest ribadisce che, come più volte comunicato, parallelamente ai colloqui ancora in corso con mister Bee, è stato manifestato interesse per quote della società da parte di altri e autorevoli potenziali investitori. Con alcuni di loro sono in corso contatti, in fase assolutamente preliminare. In ogni caso, non è mai stata in discussione la cessione di quote di maggioranza e la valutazione complessiva della società su cui si ragiona è in linea con le proposte di mister Bee. Sulle eventuali ipotesi formulate dai vari soggetti interessati la Fininvest, se del caso, si limiterà come sempre ad approfondimenti di tipo esclusivamente tecnico, senza entrare in altri ordini di considerazioni. Com’è ovvio, ogni valutazione e decisione relative al Milan e ai suoi assetti societari spettano unicamente al presidente Silvio Berlusconi».


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