ROMA - Juan Manuel Iturbe si è perso e non riesce più a ritrovarsi. A quasi tre mesi dal suo arrivo al Bournemouth, club della Premier League inglese, l'attaccante in prestito dalla Roma ha messo insieme una manciata di spezzoni di partite (solo quattro in totale, mai titolare in campionato) senza gol né assist. Ieri, in casa del Tottenham, non era neanche in panchina. Stare lontano dalla pressione del calcio italiano non lo ha aiutato, e soprattutto ancora non gli ha permesso di staccarsi di dosso l'etichetta pesante di flop di mercato. A Verona tagliava in due le difese avversarie con un primo controllo di palla devastante e accelerazioni fulminee, ma di quel giocatore resta un ricordo sbiadito. Da troppo tempo quei lampi di classe cristallina sono stati seppelliti dall'ansia di dimostrare di valere i 24 milioni spesi dai giallorossi per strapparlo alla Juventus nell'estate del 2014, in uno dei duelli più avvicenti degli ultimi anni tra blitz notturni, rilanci dell'ultimo momento e voli cancellati.
#Albirroja ?? ¡@Juan_iturbe93 ya se puso la Albirroja! El delantero arribó esta mañana a Asunción #VamosParaguay pic.twitter.com/DP7dJKx2oS
— Selección Paraguaya (@Albirroja) 21 marzo 2016
Iturbe sembrava destinato alla Juve, poi l'intervento di Walter Sabatini cambiò tutto. Nella prima stagione da romanista, dopo un buon inizio e due reti al Cska Mosca e alla Juventus, l'attaccante finì per essere condizionato da qualche infortunio di troppo e dalle fragilità di una squadra in chiara difficoltà nel girone di ritorno. La rete nel derby decisivo per il secondo posto poteva essere la scintilla giusta per voltare definitivamente pagina, tant'è che la Roma la scorsa estate bloccò il trasferimento in prestito al Genoa. La svolta non è mai arrivata.
FUTURO IN BILICO - Iturbe non molla, è un combattente e, racconta chi lo conosce bene, vuole giocarsi le sue carte in questi ultimi mesi di Premier League aiutato da una condizione fisica migliore rispetto a quella del suo arrivo. Il Bournemouth però si interroga sulla possibilità di investire i 22 milioni che servono per trasformare il prestito in acquisto a titolo definitivo. La Roma sa che la possibilità di veder rientrare il calciatore a luglio è concreta, le condizioni per il riscatto obbligatorio non sono ancora scattate, e, poche settimane fa, Federico Balzaretti, il dirigente incaricato di mantenere i contatti con i calciatori giallorossi in prestito, è andato a fargli visita per manifestargli il proprio sostegno. Ad attenderlo a giugno troverebbe sicuramente ad attenderlo un altro direttore sportivo visto che Sabatini ha annunciato l'addio.
L'ESEMPIO È EL SHAARAWY - Iturbe non segna un gol da sei mesi, dalla trasferta di Frosinone del 12 settembre dell'anno scorso. In panchina c'era ancora Rudi Garcia e nel frattempo a Trigoria c'è stata una rivoluzione. La Roma ha cambiato allenatore e due giocatori su sei in attacco con gli arrivi di Diego Perotti e Stephan El Shaarawy. La differenza di rendimento tra l'ex del Verona e il Faraone è tutta in un dato. Nelle otto partite disputate in Serie A con la Roma, El Shaarawy ha segnato cinque reti, esattamente gli stessi gol realizzati da Iturbe in 60 partite complessive dall'estate del 2014 a oggi. La storia dell'ex milanista per certi versi ricorda quella del collega che ha scelto di giocare con la nazionale del Paraguay. Immalinconito da due anni e mezzo vissuti tra infortuni e prestazioni deludenti (54 partite e sette gol tra Milan e Monaco), a Roma El Shaarawy ha ricominciato a credere nelle proprie qualità ed è diventato il simbolo della resurrezione giallorossa di cui Luciano Spalletti è il principale artefice.
Al Faraone il tecnico della Roma ha dato fiducia incondizionata e compiti tattici ben definiti, in grado di esaltare le sue caratteristiche. Una "cura" che potrebbe fare bene anche a Iturbe, nel momento in cui non arrivassero offerte interessanti. Rivitalizzare un altro talento in difficoltà, recuperando un patrimonio della società, sarebbe l'ennesima sfida da vincere per Spalletti. La accetterà?