Calciomercato Napoli: l'Italia ai piedi di Insigne, che guadagna un quinto di Higuain

L'attaccante azzurro ha incantato nel pareggio di ieri sera con la Spagna: merita un posto all'Europeo, ora deve rinnovare il contratto che scade nel 2019
Davide Palliggiano
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NAPOLI – L’Italia intera lo esalta, dopo il pareggio con la Spagna. Gli è bastata mezz’ora per conquistare Conte, il pubblico di Udine e forse pure un posto tra i 23 che andranno all’Europeo. Eppure Lorenzo Insigne, in azzurro Italia, è solo al secondo gol in 7 presenze. Ne aveva fatto un altro in amichevole nel 2013 all’Argentina, con un magnifico tiro a giro (vinse l’albiceleste con gol di Banega e Higuain). Ne ha fatto uno, da centravanti, ieri sera alla Dacia Arena. Ne ha sfiorato un altro, con un pallonetto alla Totti. Perché Lorenzino si ispira ai grandi, sin da bambino. Da quando, nella sua cameretta di Frattamaggiore, aveva un poster di Del Piero.

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ALTRO GIRO, ALTRO ASSIST - Da sempre prova ad emulare Pinturicchio, con quel tiro a giro che l’ha reso un artista del pallone: non sempre gli riesce, ma è riuscito – con intelligenza – a trasformarlo in un assist, prima per Cavani, ora per Higuain. Un suo marchio di fabbrica, perché emulare va bene, ma caratterizzarsi è sostanziale per diventare grandi.

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IL CONTRATTO – Insigne ha un accordo in scadenza nel 2019, rinnovato a novembre 2014. Guadagna poco, per il suo rendimento. E non è escluso che De Laurentiis possa riaprire le contrattazioni, già a fine campionato. Perché Lorenzo se lo merita, non c’è dubbio: nella classifica dei più pagati del club è in 12ª posizione con uno stipendio netto di un milione e 100 mila euro a stagione, un quinto di Higuain, che ne guadagna 5,5 all'anno. Meno pure di 6 giocatori che nel Napoli non sono tra i titolarissimi di Sarri: Chiriches (1,7) Strinic (1,5), Maggio (1,2), Gabbiadini (1,2), Rafael (1,2) e Mertens (1,2) guadagnano più di lui, ma non hanno – anche per scelte tecniche – il suo rendimento.

Conviene farlo firmare prima dell’Europeo, perché di questo passo De Laurentiis si troverà a sborsare una cifra blu per rinnovargli il contratto. Napoletano e tifoso del Napoli sì, ma la fede è una cosa, la busta paga un’altra. E la meritocrazia, in questo Napoli, non può cozzare con il senso di appartenenza.


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