Brocchi come Spalletti, Mancini, Inzaghi: operazione nostalgia

In Serie A fioccano i ritorni e le promozioni in prima squadra di tecnici legati al club già da tempo
Sedici cambi sulle panchine di Serie A: ecco tutti gli allenatori coinvolti
Francesco Guerrieri
6 min

ROMA - A volte ritornano... Da Mancini a Spalletti, passando per De Canio e Gasperini. Facce familiari, allenatori che conoscono già l’ambiente. Poi c’è chi, come Brocchi e Simone Inzaghi, sono passati dal campo alla panchina senza cambiare colori. Via pantaloncini e scarpini, si riparte in giacca e cravatta: chi in rossonero e chi in biancoazzurro. Dalla Primavera alla prima squadra.

BROCCHI - Brocchi con il Milan ha vinto di tutto e di più: uno scudetto, 2 Champions, un Mondiale per club, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Berlusconi lo conosce bene, e dopo il ritiro gli ha dato prima la panchina degli Allievi Regionali e nel 2014 quella della Primavera. Dopo aver valorizzato tanti giovani (uno su tutti Donnarumma), lascia una squadra prima in classifica nel girone B che punta dritta verso il tricolore.

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INZAGHI - Cambiano ambientazione e soggetti, ma la trama rimane la stessa. Casa Lazio, salta Pioli e Simone Inzaghi viene promosso dalla Primavera in prima squadra. Sì esatto lui, quel giocatore che nel 2000 in maglia biancoceleste ne ha fatti 4 al Marsiglia entrando nella storia della Champions. Lo stesso che con la Lazio ha conquistato uno scudetto, 3 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane e una Supercoppa europea. Inzaghi ha vissuto la Lazio in tre periodi: dal 1999 al 2005, dal 2005 al 2007 e dal 2008 al 2010. Poi il tesserino dal allenatore e la panchina, sempre con quel filo biancoceleste a legare il tutto. Trafila nelle giovanili, anche qui tanti ragazzi svezzati e fatti crescere (Balde Keita, giusto per citarne uno), 2 Coppe Italia Primavera e una Supercoppa italiana messe in bacheca.

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GLI ALTRI - Usato sicuro? Presto per dirlo. Con le rispettive giovanili hanno dimostrato di saperci fare, Inzaghi è partito bene anche in prima squadra vincendo all’esordio a Palermo. Ora hanno un mese di tempo per dimostrare di essere pronti. C’è chi invece ha già dimostrato da tempo di saperci fare, tutti conosciamo le qualità di Roberto Mancini. Nel 2008 il Mancio lascia l’Inter Campione d’Italia e vola all’estero: Manchester City e Galatasaray prima di tornare in nerazzurro. Nel novembre 2014 i due destini si intrecciano di nuovo e il Mancini 2.0 termina con un 8° posto.

Situazione diversa per Spalletti, àncora alla quale si è attaccata la Roma dopo gli ultimi risultati deludenti di Garcia. Lo Spalletti bis è partito il 14 gennaio scorso dopo la firma a Miami. Ritorno alle origini, si riparte con il 4-2-3-1 tanto caro al tecnico. Cambiano gli interpreti ma il gioco è sempre quello di qualche anno fa.

NOSTALGICI - Un tuffo nel passato: è il 1996 e Vincenzo Montella con il suo areoplanino plana su tutti i campi della Serie A dopo ogni gol: 54 in tre anni, e quella maglia blucerchiata sempre nel cuore. Infatti a novembre rieccolo a Genova. Il tempo passa, e quel Montella che segnava gol a raffica ha lasciato il posto a un allenatore affermato: alla Samp le cose vanno male, Zenga non convince e Ferrero punta proprio su Montella. Conosciamo Zamparini, impossibile tenere il conto di tutti gli allenatori passati sotto di lui, ma tra un cambio e l’altro a Palermo si rivede Ballardini: l’allenatore è stato richiamato due giorni fa dopo aver guidato i rosanero nel 2008- 2009. Ma in realtà il presidente l’aveva già chiamato a novembre, per poi mandarlo via dopo due mesi. Dal campo alla panchina è un attimo: nel giro di un anno Stellone finisce la carriera da giocatore con il Frosinone e inizia quella da tecnico sulla panchina ciociara. Dopo il rodaggio nella Berretti eccolo in prima squadra per scrivere la storia: dalla Lega Pro alla Serie A, è record per il club.

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TUFFO NEL PASSATO - “Chi lascia la vecchia strada per la nuova sa quel che perde ma non quel che trova” dice un famoso proverbio. L’avrà ripetuto Preziosi, quando nel 2013 ha deciso di richiamare Gasperini che già aveva allenato il Genoa dal 2006 al 2010 conquistando la promozione in A. E meno male che l’ha richiamato, perché Gasp prende una squadra in lotta per la salvezza e la porta a metà classifica; l’anno scorso anche la qualificazione in Europa League, poi cancellata per problemi con la licenza Uefa. Altro ritorno quello di Gigi De Canio a Udine, arrivato a marzo per sostituire l’esonerato Colantuono. Ritrova la panchina bianconera dopo 15 anni: era l’Udinese di Iaquinta, Pizarro e Muzzi. Altri tempi, sembra quasi preistoria. Non c’è da meravigliarsi però, perché... a volte ritornano.

 


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